Regia: Richard Loncraine. Sceneggiatura: Meg Leonard, Nick Moorcroft. Montaggio: Johnny Daukes. Fotografia: John Pardue. Musiche: Michael J. McEvoy. Interpreti: Imelda Staunton, Timothy Spall, Celia Imrie, Joanna Lumley, David Hayman, John Session, Richard Hope, Josie Lawrence. Produttori: Andrew Berg, Meg Leonard. Distribuzione: Cinema Distribuzione. Origine: Gran Bretagna, 2017.
Quando Sandra scopre che suo marito, campione di tennis e di rispettabilità, la tradisce da anni con una presunta amica, cerca rifugio a casa della sorella Elizabeth, detta Bif, che non frequenta da troppo tempo. Bif conduce una vita molto diversa da quella di "Lady" Sandra e cerca di godersi la vecchiaia con gli amici di un corso di ballo. Sandra, inizialmente diffidente e chiusa nel proprio dolore, scoprirà con loro la possibilità di riprendere il controllo della propria vita e dei propri desideri.
Avrebbe potuto intitolarsi "Sandra e Charlie", perché in fondo è l'incontro sentimentale tardivo ma mai troppo tra i personaggi di Imelda Staunton e Timothy Spall a tendere il filo su cui cammina, invece il film di Loncraine s'intitola, nella versione originale, "Finding your feet", che significa "rimettersi in piedi" e dunque parla soprattutto della protagonista ma anche di quel coro di personaggi che fa belle le commedie inglesi e che, in questo caso, cerca insieme il proprio passo, fuori e dentro la classe di ballo.
Ma i piedi del titolo originale hanno un'altra ragione d'essere, perché funzionano come immagine del cambiamento di Sandra: dapprima scomodamente impettita su scarpe alte, simboli di quel piedistallo sociale fasullo dal quale pensa di poter guardare il resto del mondo dall'alto in basso, man mano ritroverà se stessa in un processo di spoliazione anche letterale, che la vedrà disfarsi del tutto delle scarpe per correre a piedi nudi verso un nuovo inizio.
Anziché raccontare il passaggio all'età adulta, Ricomincio da noi racconta il passaggio ad un'età in cui la libertà di scegliere è un valore che non può più essere rimandato. Loncraine si muove bene sul terreno, inevitabile, dei discorsi legati alla malattia e alla morte, e il copione di Nick Moorcroft e Meg Leonard conta qualche battuta memorabile (L'avvenente Jackie parla della fine del suo quinto matrimonio attribuendola alle differenze religiose: "Lui credeva di essere Dio e io non ero d'accordo.
Molto riuscita, su un registro toccante, la prova di Timothy Spall, specie in coppia con Celia Imrie, che interpreta l'eccentrica Bif: nei loro duetti c'è il meglio del film
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