Regia: Luca Guadagnino. Soggetto: André Aciman. Sceneggiatura: Luca Guadagnino, James Ivory, Walter Fasano, André Aciman. Fotografia: Sayombhu Mukdeeprom. Scenografia: Sandro Piccarozzi. Interpreti: Armie Hammer, Timothée Chalamet, Michael Stuhlarg, Amira Casar, Esther Garrel, Victorire Du Bois, Vanda Capriolo, Antonio Rimoldi, Elena Bucci. Produttori: Luca Guadagnino, Marco Morabito. Distribuzione: Warner Bros. Origine: Italia/Francia/U.S.A./Brasile, 2017.
Vincitore Premio Oscar 2018 Miglior Sceneggiatura non Originale
Estate 1983, tra le province di Brescia e Bergamo, Elio Perlman, un diciassettene italoamericano di origine ebraica, vive con i genitori nella loro villa del XVII secolo. Un giorno li raggiunge Oliver, uno studente ventiquattrenne che sta lavorando al dottorato con il padre di Elio, docente universitario. Elio viene immediatamente attratto da questa presenza che si trasformerà in un rapporto che cambierà profondamente la vita del ragazzo.
La collocazione temporale costituisce di fatto soprattutto un indice di rispetto nei confronti dell'autore letterario che ha offerto la materia prima per un rinnovato percorso nello spazio e nei suoni attraverso i corpi. Perché Guadagnino ha raggiunto l'eccellenza nell'ambito del cinema italiano e internazionale nel far 'agire' gli spazi. Non solo la villa settecentesca in cui i Perlman vivono ma ogni singolo edificio, ogni portone, si potrebbe dire ogni muro dei luoghi che vengono attraversati dalla vicenda acquisisce una sua ragion d'essere divenendone parte integrante. Perché é di una bellezza classica che qui si parla fin dai titoli di testa e con il ritrovamento della statua nel lago, una bellezza che non resta ancorata nella polvere della storia o dell'archeologia ma si traduce, per l'adolescente Elio, in un corpo, in una persona.
Il luminoso Oliver aggiunge calore a un'estate di per sé già assolata, il calore di una scoperta forse inattesa alla quale tenta confusamente di resistere cercando sulla pelle della coetanea Marzia un piacere che la stessa inesperienza dell'età finisce per trasformare più in un gioco su cui sorridere che non in un vero rapporto. Molti si soffermeranno sulla valenza simbolica e 'scandalosa' della scena della pesca ma ciò che davvero ha valore in questo film è altro. È il discorso che il padre fa ad Elio dopo che Oliver è partito, è il finale che si prolunga sui titoli di coda, ma sono anche i rumori, i suoni che ne intessono la trama trasformandosi nella partitura che il giovane Elio cerca di trascrivere sulle prime righe del pentagramma del sentimento amoroso. Tutto ciò in un film che omaggia i maestri che il regista ama (Renoir, Rohmer, Bertoluc-ci) riuscendo però ad andare oltre la loro lezione, grazie a uno stile e a una ricerca totalmente personali.
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