Regia: Baltasar Kormákur. Sceneggiatura: Aaron Kandell, Jordan Kandell, David Branson Smith, Baltasar Kormákur. Fotografia: Robert Richardson. Montaggio: John Gilbert. Musiche: Volker Bertelmann. Interpreti: Shailene Woodley, Sam Claflin, Grace Palmer, Jeffrey Thomas, Elizabeth Hawthorne, Tami Ascraft, Siale Tunoka, Luna Campbell. Produttori: Aaron Kandell, Ralph Winter. Distribuzione: O1 Distribution. Origine: U.S.A., 2018.
Tami e Richard sono due spiriti liberi. Lei è americana e si mantiene con lavoretti occasionali, lasciandosi portare dal vento di destinazione in destinazione. Lui è inglese e ha girato il mondo in barca a vela, rigorosamente in solitaria, con l'obiettivo di attraversare l'infinito orizzonte. Quando si incontrano capiscono immediatamente di essere anime gemelle, e Richard invita Tami a condividere un incarico appena ottenuto: riportare la lussuosa barca a vela di una coppia di amici facoltosi a San Diego - guarda caso il luogo natale di Tami, dal quale la ragazza si è allontanata volontariamente con l'intento di non tornarci più. Ma il mare è imprevedibile, e una furibonda tempesta tropicale scaraventa la barca a vela su cui Tami e Richard stavano celebrando il loro amore in mezzo alle acque profonde, a migliaia di chilometri dalla terraferma. Riusciranno i due giovani a sopravvivere? Il regista islandese Baltasar Kormákur non è nuovo alle storie di sopravvivenza e a raccontare il confronto impari fra uomo e natura: il suo film precedente, Everest, aveva al centro la disastrosa spedizione di un gruppo di scalatori sulla montagna più alta del mondo. Sia Everest che Resta con me sono basati su storie vere, e in entrambi i casi il regista fa intuire che, all'origine del dramma, ci sia una componente di hybris, un desiderio di sfidare gli elementi per gioco e per un desiderio di avventura destinato ad incontrare una sorta di punizione divina. Inoltre i protagonisti di Resta con me, che in lingua originale si intitolava "Adrift", ovvero "alla deriva", sono vittime di un background familiare che li ha resi incapaci di mettere radici e di stabilire rapporti umani duraturi.
Per fortuna esiste l'amore, che ricongiunge queste due anime "alla deriva" e rende il loro legame la prima àncora di salvezza. È su questo tasto che Kormákur fa leva non tanto per creare una storia romantica ma quanto per costruire il percorso di affermazione ed emancipazione di Tami, per cui Richard diventa una sorta di forza interiore invincibile. È lei a voler attraversare l'infinito orizzonte, e lui non fa che spronarla in quella direzione, aiutandola a superare le sue paure e le sue esitazioni.
La marcia in più di Resta con me è la regia muscolare di Kormákur, che costruisce scene d'azione degne di un thriller o di un disaster movie (memorabili soprattutto le riprese acquatiche) per fare da cornice al dilemma di due esseri umani che credevano di poter veleggiare con leggerezza e si ritrovano invece ad affrontare la potenza schiacciante di un mare aperto che costringe a fare i conti con se stessi, prima ancora che con la sua forza invincibile. Una storia di sopravvivenza e che sa trovare la propria originalità nel contrapporre l'amore all'egoismo arrogante di chi si illude di poter sfidare la vita come un navigatore solitario.
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