Regia: Sérgio Machado. Sceneggiatura: Maria Adelaide Amaral, Marcelo Gomes. Montaggio: Marcio Hashimoto Soares. Fotografia: Marcelo Durst. Musiche: Silvio Baccarelu. Interpreti: Làzaro Ramos, Elzio Vieira, Sandra Corveloni, Kaique de Jesus, Fernanda de Freitas, Criolo, Hermes Baroli. Produttori: Ricardo Aidar, Sergio D’Antino. Distribuzione: Academy Two. Origine: Brasile, 2015.
Il violinista Laerte si sta preparando da molti anni per entrare nel prestigioso ensamble di OSESP, l'orchestra sinfonica più importante dell'America latina. All'audizione la tensione e il nervosismo lo bloccano, impedendogli di suonare. Rimasto senza soldi e senza alternative, Laerte si troverà costretto ad insegnare musica in una scuola pubblica di Heliopolis, la più grande e violenta favela di San Paolo. Il musicista si trova immerso in una brutale realtà con la quale deve confrontarsi ogni volta che si reca a fare lezione. Nel 2017 il film francese La Mélodie venne presentato alla Mostra di Venezia. Non sappiamo se il regista Rachid Hami fosse a conoscenza dell'esistenza de Il maestro di violino ma sta di fatto che l'impianto narrativo dei due film è analogo. Il film in oggetto risale al 2015 e quindi, chi avesse visto il film francese e fosse attratto dall'idea di confrontare le riuscite deve tenere conto del fatto che il lungometraggio brasiliano esce dopo ma è stato realizzato molto prima. Ci sono comunque elementi di interesse che possono di fatto attrarre anche chi conosca La mélodie.
Perché è vero che abbiamo sempre un violinista in crisi professionale che accetta il lavoro con i giovani come ripiego e che alle spalle ci sono due realtà analoghe di istituzioni che si occupano di coltivare talenti musicali nati in situazioni disagiate. Il contesto muta però in modo molto sensibile. Perché qui non siamo nella periferia di Parigi ma ad Heliopolis con tutto il suo carico di problematiche. A partire dal colore della pelle del protagonista (battezzato subito come Obama Jr.).
Questi musicisti in erba sono circondati da una realtà sociale degradata in cui la criminalità e lo spaccio di droga dominano, debolmente contrastati dalle forze dell'ordine. La musica può anche essere messa al servizio della malavita. Così la sequenza in cui il boss locale 'chiede' a Laerte di far suonare i suoi giovani concertisti alla festa che darà in onore della figlia adolescente diventa emblematica. Mette lo spettatore dinanzi ai compromessi necessari per raggiungere un obiettivo che, al di fuori della narrazione cinematografica, si è di fatto concretizzato in un'orchestra sulla quale si possono trovare informazioni in rete.
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