Regia: Isabel Coixet. Sceneggiatura: Isabel Coixet, Penelope Fitzgerald. Montaggio: Bernat Aragonés. Fotografia: Jean-Claude Larrieu. Musiche: Alfonso De Vitallonga. Scenografia: Rebeca Comerma. Interpreti: Emily Mortimer, Patricia Clarkson, Bill Nighy, Honor Kndafsey, James Lance Harvey Bennett, Michael Fitzgerald, Jorge Suquet, Hunter Tremayne, Frances Barber. Produttori: Joan Bas, Sol Bondy. Distribuzione: Movies Inspired. Origine: Spagna, Germania, Gran Bretagna, 2018.
Fine Anni '50. Hardborough, Inghilterra. Florence Green ha perso il marito nel secondo conflitto mondiale e ha deciso di aprire una libreria in quest'area culturalmente depressa. La sua impresa non sarà semplice perché nella cittadina c'è chi vuole utilizzare l'edificio per altre (presunte) iniziative culturali e farà di tutto per fermarla. Non sarà però del tutto sola perché troverà la collaborazione di una bambina e di un anziano appassionato lettore. Isabel Coixet torna ancora ad occuparsi di figure femminili e questa volta fa riferimento al romanzo del 1978 di Penelope Fitzgerald. Con simili premesse ci si aspetta un film vecchio stile ed in parte l'attesa viene suffragata dalla messa in scena. Party in cui le chiacchiere e gli sguardi sono fondamentali, porte che cigolano, pettegolezzi femminili, personaggi solitari avvolti dal mistero non mancano. Però si rivela interessante il modo in cui vengono utilizzati, a partire dalla contestualizzazione.
Quando Florence giunge in quella zona provinciale della Gran Bretagna la voce narrante (di cui scopriremo alla fine l'identità) ci fa quasi 'sentire' le implicazioni legate al piacere della lettura. Non si tratta solo di sensazioni tattili legate alla carta su cui sono impresse le parole ma ancor più di ciò che si prova leggendo e delle emozioni che accompagnano lo scorrere delle ultime righe di un libro che ci è piaciuto. A questo si aggiunge la riflessione sull'effetto dirompente (che ormai si va sempre più perdendo in questi nostri tempi) della letteratura all'epoca. Romanzi come "Fahrenheit 451" di Ray Bradbury o, in misura maggiore e fomentatrice di 'scandalo' tra i benpensanti, "Lolita" di Vladimir Nabokov erano al centro di un dibattito che andava al di là della ristretta cerchia letteraria. Basta pensare alle proteste che Stanley Kubrick ricevette da importanti associazioni di 'difesa della famiglia' quando decise di trarne un film per rendersi conto dell'impatto. Florence acquista 250 copie del romanzo e lo pubblicizza in vetrina, lei che di sensuale non ha nulla e quando indossa un abito rosso manifesta innumerevoli perplessità ma sa riconoscere, magari con consulenza di supporto, il valore di un testo.
Questa volta Coixet non presenta però solo il versante in chiaro della femminilità perché alla neolibraia contrappone una 'domina' dell'alta borghesia che ha messo sotto tutela il marito generale (tanto da spingerlo a raccontare false versioni di quanto accade) ma utilizza tutti i mezzi per contrastare la diffusione di una cultura non allineata. Troverà sulla sua strada un lettore accanito che si dimostra capace di uscire dalla gabbia protettiva della lettura per affrontare la vita reale e una bambina tanto riccioluta quanto determinata.
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