Regia: Justin Chadwick. Sceneggiatura: Deborah Moggach, Tom Stoppard. Montaggio: Rick Russell. Fotografia: Eigil Bryld. Musiche: Danny Elfman. Scenografia: Rebecca Alleway. Costumi: Michael O’Connor.
Interpreti: Alicia Vikander, Cara Delevingne, Holliday Grainger, Jack O’Connell, Christoph Waltz, Judi DEnch, Tom Hollander.
Produttore: Maria Cestone, Molly Conners.
Distribuzione: Altre Storie. Origine: Regno Unito, USA, 2015.
Nella Amsterdam del XVII secolo il ricco mercante Cornelis Sandvoort sposa la giovane Sophia, cresciuta orfana in un convento. Nella spasmodica attesa di un erede, i due posano di fronte al pittore Jan van Loos per un ritratto che cambierà le loro vite. Quando, infatti, Sophia si innamorerà del pittore, i due escogiteranno un piano per vivere la loro passione clandestina, d'accordo con l'aiuto della cameriera Maria. Proprio quest'ultima racconta la storia, ed è la prima idea interessante del dramma in costume diretto da Justin Chadwick e sceneggiato da Tom Stoppard, La ragazza dei tulipani. A raccontare non è tanto la protagonista/eroina romantica ma la cameriera, quasi a richiamare una tradizione squisitamente classica (il servo di Plauto) ma anche a richiamare alla memoria l'incanto di film come Il filo nascosto dove a tessere la trama è proprio una cameriera. Anche in questo caso è lei a narrare la storia, e lei a stravolgerla accordandosi con la giovane inesperta consorte Sophia, a cui dà volto e grazia la sempre impeccabile Alicia Vikander. Smessi i panni atletici di Tomb Raider, torna a vestire bustini, corpetti e deliziosi costumi d'epoca come in The Danish Girl e Anna Karenina, ma qui è chiamata a rappresentare la condizione femminile di un'epoca in cui una donna era trattata alla pari di un raro tulipano. Siamo in Olanda, in piena febbre di commercio di tulipani, quando qualche bulbo poteva valere una fortuna (lo sa bene l'astuta suora interpretata da Judi Dench, ben diversa dalla performance velata di Meryl Streep ne Il Dubbio, ma ugualmente ipnotizzante).
Come un fiore pregiato e prezioso, una donna viene comprata dagli agi e dalle promesse di un vedovo desideroso di ricostruirsi la famiglia dopo un duplice lutto. Ad interpretarlo c'è quel Christoph Waltz da cui ci si aspetta sempre un tocco di follia, invece questa volta nessun ghigno diabolico solca il suo volto: il mercante a cui è chiamato a dare corpo e voce è sì esuberante ma profondamente umano e per nulla vendicativo.
Neanche a dirlo, le prove attoriali sono tutte di livello, e la regia di Chadwick porta a scavare nell'animo di chi provava, in tempi ben diversi dai nostri, a valicare ruoli, confini, etichette sociali. La passione è materia sua - l'aveva già dimostrato nel precedente lavoro L'altra donna del re (anche quello in costume e incentrato su un triangolo amoroso) - questa volta seleziona il filtro dell'espediente artistico. Qualcuno vi scorgerà somiglianze con La ragazza con l'orecchino di perla, ma Alicia Vikander è ben più inesperta e innocente dell'allora emergente Scarlett Johansson, quanto generosa a prestarsi a scene di nudi mai gratuite e convincente nelle espressioni di abbandono e paura, a riconferma della tesi per cui se un attore vale le parole non servono. Un volto, a volte, sa comunicarne mille in un istante.
Degno di nota anche Dane Dehann, che torna sul set assieme a Cara Delevingne dopo Valerian e la città dei mille pianeti (ma questa volta lei ha un ruolo marginale di prostituta ammaliatrice) e conferma il suo talento nei panni del pittore 'maledetto'. Un film godibile, che non propone nulla di nuovo o di non visto, eppure si rivela perfetto per gli amanti dei melò e dei film in costume, per chi cerca passioni e fughe romantiche al cinema, e - perché no - per chi ama i tulipani.
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