Regia: Stefano Mordini. Sceneggiatura: Stefano Morandi, Massimiliano Catoni. Fotografia: Luigi Martinucci. Montaggio: Massimo Fiocchi. Musiche: Fabio Barovero. Scenografia: Paolo Bonfini. Costumi: Massimo Cantini Parrini.
Interpreti: Riccardo Scamarcio, Miriam Leone, Fabrizio Bentivoglio, Maria Paiato, Alessandra Carrillo, Ascanio Balbo.
Produttori: Roberto Sessa, Linda Vianello.
Distribuzione: Warner Bros. Origine: Italia, 2018.
É noto a tutti noi che qualsiasi realtà può essere osservata da molteplici testimoni e che ognuno di essi fornirà una propria versione in relazione a una molteplicità di variabili interne ed esterne. Se poi si tratta di un delitto è chiaro che i fatti riportati avranno connotati ancora più mistificatori a seconda del grado di coinvolgimento del relatore. Il più grande pregio de “Il Testimone Invisibile” è che di questa percezione degli eventi, più o meno condizionata dalla psiche, ne hanno cognizione approfondita le vittime dell’azione criminale - i genitori di un povero ragazzo assassinato -, che sapranno utilizzare approfondite tecniche di psicologia clinica per fare chiarezza e recuperare una confessione.
Il regista Stefano Mordini ha scritto insieme a Massimiliano Catoni una sceneggiatura che non è affatto banale e che, come nella tradizione dei giallo, realmente inchioda lo spettatore alla poltrona e impegna la sua mente a collaborare alle indagini, se non altro nell’intuizione dei fatti.
Nel film si racconta di come la nota penalista Virginia Ferrara (Maria Paiato) cerchi di elaborare una convincente strategia di difesa per il giovane imprenditore di successo Adriano Doria (Riccardo Scamarcio), accusato di aver ucciso la sua amante, l’affascinante fotografa Laura (Miriam Leone), con la quale era stato coinvolto in un incidente automobilistico che costò la vita a un ragazzo. Le penalista cerca di far emergere tutta la verità in un fitto dialogo con Adriano. I due si studiano, si analizzano, compiono quasi una danza intorno alla realtà dei fatti, che emerge gradualmente da una sequela di versioni presentate dal giovane imprenditore e da altrettante versioni ipotizzate dal suo avvocato. In ognuna di esse i ruoli e le responsabilità dei vari attori sulla scena si modificano, si rielaborano, si realizzano cioè nuovi “punti di vista”, che vengono rappresentati sulla scena come flashback, nelle varie ipotesi fattuali.
I due amanti si incontrano in uno chalet di montagna vicino a Molveno, e molte delle scene del film avvengono in quei contesti. Riprese aeree delle montagne e dei laghi del posto, di cabinovie che scompaiono nella nebbia e che portano ad alberghi isolati su alture innevate, dei protagonisti elegantemente vestiti e che indossano voluminosi occhiali scuri nei loro appuntamenti, contribuiscono a conferire una certa atmosfera gotica alla vicenda. Si è intenzionalmente voluta ammantare tutta la descrizione tra i cieli plumbei delle riprese esterne ed interni eleganti e funzionali dove pure predominano colori indaco e nero. Queste ambientazioni ben riflettono il cupo ed ambiguo animo di Adriano, disposto a compiere azioni criminali per difendere la sua posizione sociale, ma riflettono altrettanto l’ambiguo interrogatorio della penalista, dalle modalità originali ma soprattutto dagli intenti che vengono rivelati con sorprendenti colpi di scena.
La complessa trama si snoda con qualche piccola incongruenza, ma rappresenta comunque un’originalità nel panorama cinematografico italiano. Tutto italiano il cast artistico, dove sicuramente spicca Maria Paiato, che sostiene dei primi piani in cui la forte intensità dei suoi enunciati interrogatori è sempre credibile. Fabrizio Bentivoglio interpreta Tommaso Garri, il padre del ragazzo ucciso nell’incidente automobilistico, con la sua consueta classe recitativa. Credibile Miriam Leone nella sua parte, della quale possiede comunque il perfetto physique du role.
Una bella produzione tutto sommato, per un film che sottilmente indaga una realtà, mostrando che, proponendo una chiave di lettura diversa al proprio interlocutore, lo si può spingere a commettere azioni per lui infauste.
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