Regia: Daniel Auteuil. Sceneggiatura: Florian Zeller. Fotografia: Jean-Francois Robin. Montaggio: Joelle Hache. Musiche: Thomas Dutronc. Scenografia: Virginie Destiné. Costumi: Charlotte Betaillole.
Interpreti: Sandrine Kiberlain, Gérard Depardieu, Adriana Ugarte, Daniel Auteuil, John Sehil.
Produttori: Olivier Delbosc, Christine De Jekel.
Distribuzione: Eagle Pictures. Origine: Francia, 2018.
Daniel ha una moglie esigente, un amico ingombrante e tanta, troppa immaginazione. A stimolarla è la nuova fidanzata di Patrick che a settant'anni suonati ha piantato la moglie e vive una nuova e sconsiderata giovinezza. Perché Emma ha la metà dei suoi anni, un sorriso che incanta e una bellezza che stordisce. Dopo aver a lungo insistito per una cena tra coppie, Patrick convince Daniel a convincere Isabelle, la consorte affatto entusiasta, di invitarlo a casa loro per introdurre la sua Emma. Piena di esuberanza e ardore iberico, Emma accende le fantasie di Daniel. Tra champagne e cioccolata, tra sogno e realtà, Daniel farà la sua scelta.
Chi non ha mai sognato di conoscere i pensieri dei propri cari? Quello che vostro marito medita dietro al giornale, quello che i vostri figli tramano andando a scuola, quello che rode un vecchio amico quando cenate alla sua tavola con la vostra nuova fiamma.
È tutta qui la promessa di Sogno di una notte di mezza età, in cui il protagonista convince a stento la moglie a ricevere il loro migliore amico che ha lasciato la consorte per gli occhi belli di una bomba spagnola. Promessa mantenuta da una commedia da camera che enfatizza i sottintesi: la padrona di casa finge di trovare charmante la nuova venuta che considera invero una decerebrata, il padrone di casa invidia segretamente l'amico di sempre per aver osato osare tanto. Testa o orecchie fondono sotto le repliche rapidissime, i pensieri espressi ad alta voce e quelli solo pensati si sovrappongono spalancando un abisso dove gli attori navigano a piacere e con piacere.
Ode (beffarda) alla coniugalità felice, almeno nella versione francese (Amoureux de ma femme) improntata sul titolo di una canzone sessista di Richard Anthony, Sogno di una notte di mezza età si muove su tre dimensioni: gli "on", gli "off" e gli accomodamenti di ciascun personaggio con la verità. Daniel Auteuil invita a cena il suo migliore amico (Gérard Depardieu) e applica al cinema la tecnica già impiegata dal teatro di Molière (aparté: quando l'attore è inteso solo dallo spettatore), creando una forte complicità col pubblico. Se il procedimento non è originale, ancora meno inedito è il percorso del protagonista, interpretato dallo stesso Auteuil, gran commediante che aggiunge al suo personaggio una costante propensione al dubbio e un'istintiva carica sensuale.
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