Regia: Ludovic Bernard. Sceneggiatura: Johanne Bernard, Ludovic Bernard. Fotografia:Thomas Hardmeier. Montaggio: Romain Rioult. Musiche: Harry Allouche. Scenografia: Frédérique Nouailhat. Costumi: Marylin Fitoussi
Interpreti:Kristin Scott Thomas, Lambert Wilson, Karidja Touré, Jules Benchetrit, André Marcon, Elsa Lepoivre, Michel Jonasz, Vanessa David, Samen Télesphore Teunou, Rodolphe Borgniet
Produttori: Cédric Iland, Eric Juhérian
Distribuzione: Cinema. Origine: Francia, 2018.
Mathieu Malinski è un ragazzo delle banlieue che vive di espedienti e custodisce un segreto che Pierre Geithner, direttore del Conservatorio di Parigi, vuole rivelare al mondo. Dopo averlo sentito suonare Bach al pianoforte nella hall della Gare de Lyon, Pierre non ha dubbi sul suo talento ma Mathieu fa resistenza e si mette nei guai coi compagni di sempre. Arrestato per furto, chiede aiuto a Pierre che fa commutare la detenzione in una misura alternativa da scontare in Conservatorio. Attirato nel tempio della musica e invaghitosi di Anna, violoncellista virtuosa, Mathieu accarezza progressivamente l'idea di diventare pianista e di partecipare a un prestigioso concorso. La vita però sempre accanirsi e remare contro.
Al suo terzo film Ludovic Bernard conferma la sua passione per i protagonisti che lasciano le zone di comfort per confrontarsi con un universo altro, di cui non conoscono i codici.
Dopo l'ascesa sociale (e letterale) di un giovane senegalese, che scala l'Everest senza alcuna esperienza della montagna (L'Ascension), e dopo l'ambizione di una giovane borghese parigina, che vorrebbe riscattare un negozio di chincaglieria per farne un supermercato (Mission Pays Basque), Ludovic Bernard firma un'altra commedia romantica che riposa sulle spalle di un giovane protagonista che una volontà di ferro condurrà lontano.
Come l'eroe di L'Ascension, Mathieu Malinski viene dalle banlieue con tutti i suoi cliché, a titolo esemplificativo i due amici che spendono le giornate in strada. Come Samy, Mathieu decide per amore di una fanciulla di tentare la sorte ma diversamente dal suo coetaneo, neofita della montagna, il protagonista di In Your Hands è un pianista dotato che ha soltanto bisogno di una chance. Quella che gli offre il direttore di Lambert Wilson ed educa l'insegnante di Kristin Scott Thomas. A questo punto non è difficile immaginare il percorso che lo condurrà a una felice rivalsa sulle note di Rachmaninov, già spremuto da Shine.
La struttura, tutt'altro che complessa, è piegata sovente a salti cronologici su regressivi momenti d'infanzia che mostrano le origini del dono e chiariscono l'indocilità del carattere. Continuamente sbilanciato sul ripiegamento, In Your Hands segue l'arco classico di ascesa, caduta e resurrezione di un virtuoso del pianoforte. Ma niente "luccicanza" nel sogno romantico di Mathieu.
Ludovic Bernard, a lungo assistente di Luc Besson, firma una storia edificante ma modesta sull'integrazione, il riscatto e il superamento di sé. Una favola che affianca la prodezza alla love story, relazione sentimentale che aiuta il protagonista a riequilibrarsi e a misurarsi con la sua passione musicale. Il regista fatica a chiudere il film in piedi scivolando in situazioni facili, infilando nell'ultimo atto una serie melodrammatica di sventure, realizzando il processo di trasformazione del protagonista e attingendo a piene mani alla dimensione eroica, proprio in opposizione a prove, ostacoli, incidenti, infermità (l'infiammazione al tendine che interrompe gli esercizi a un passo dall'esibizione e accresce la tensione in sala).
Destinato agli adolescenti, confortati dall'amore che mette le ali, In Your Hands privilegia il côté patetico-sentimentale e segnala un'assenza paterna che resta l'unico tentativo di disturbare un racconto che ha per protagonista Jules Benchetrit, figlio di Samuel Benchetrite Marie Trintignant, e per tonalità il conformismo. Intensamente compresso, l'attore dona la replica a Lambert Wilson, chic, impeccabile e irrimediabilmente compiaciuto davanti alla sua creazione e alla cover di un giornale americano. Ma la sua justesse lo impone e trova sempre la maniera di farsi perdonare.
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