Regia: Mike Mitchell, Trisha Gum. Sceneggiatura: Raphael Bob-Waksberg, Matthew Fogel, Phil Lord. Musica: Mark Mothersbaugh. Interpreti: Chris Pratt, Elizabeth Banks, Will Arnett, Nick Offerman, Alison Brie, Tiffany Haddish, Stephanie Beatriz, Arturo Castro. Produttori: Will Allegra, Matthew Ashton. Distribuzione: Warner Bros Italia. Origine: U.S.A. 2019.
Brichsburg, la città di Emmet, della sua amata Lucy e dei loro amici, la città dove tutto "È meraviglioso!" viene visitata da una specie aliena, i DUPLO, e da essa rasa al suolo. Da allora il suo nome è Apocalypseburg e la sua apparenza rubata a Mad Max: Fury Road, con Lucy nei panni di una guerriera tosta e dark, che cavalca la versione feroce e metallica di UniKitty, e Emmet nei panni di...se stesso. Anche dopo aver appurato di essere "Speciale", nel primo film della serie, Emmet non riesce infatti ad essere diverso da quello che è. L'unica cosa che riesce a sognare è ancora e sempre una casetta unifamiliare con giardino, e sarà con quel sogno nella mente e una piantina al suo fianco, che si lancerà verso l'ignoto Sistema Sorellare, per salvare la sua innamorata e gli amici dalla terribile imperatrice Quello Che Voglio. Tornano dunque i protagonisti della prima avventura, compreso il più simpatico, il megalomane Batman (che in originale ha la voce di Will Arnett e da noi di Claudio Santamaria), e torna la coppia composta da Phil Lord e Christopher Miller alla sceneggiatura, due che sanno come costruire una gag e inventare "La canzone che ti resta in testa". Di canzoni, tra l'altro, ce ne sono molte di più in questo secondo film, anche per l'influenza di quel Sistema Sorellare, tutto costruzioni a cuoricino e inesauribili riserve di glitter, che nel concept dell'opera ha tanto spazio.
The Lego Movie 2 inizia infatti dove finiva il suo predecessore, ma espande la cornice in live action, con il ragazzino e il padre, introducendo l'altra metà dell'universo, vale a dire una sorellina responsabile dell'invasione dei DUPLO e della degenerazione che segue, e una madre che è addirittura indicata come portatrice dell'Armammageddon: la fine dei giochi, la fine del mondo.
Se il tema (e non solo l'appiglio commerciale) fosse realmente l'inclusione, le giocatrici di Lego di tutte l'età potrebbero avere da ridire, ma, sotto le mille battute e le mille comparse (sfilano, tra gli altri, a misura di mattoncino, le star del NBA, un Harry Potter non autorizzato, Velma di Scooby-Doo e Bruce Willis, rigorosamente a quattro zampe nei condotti dell'aria), il film di Mike Mitchell parla dell'importanza di cooperare, per "costruire" insieme.
Divertente e ultra pop, sul modello delle avventure cinematografiche di Spongebob o di quelle televisive dei Trolls, da un certo punto in poi cede all'autocompiacimento e finisce per aggiungere troppa carne al fuoco, col personaggio di Rex e il solito viaggio nel tempo. A tratti, ad un pubblico adulto, può anche fare l'effetto di un incubo rumoroso e sovraffollato, ma è un'impressione che non sfiora i bambini, e allora va bene così.
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