Regia: Laura Chiossone. Sceneggiatura: Renata Ciavarrino, Gabriele Scotti. Fotografia: Manfredo Archinto. Costumi: Massimo Cantini Parrini. Scenografia: Paolo Sansoni. Montaggio: Walter Marocchi. Musiche: Michele Braga.
Interpreti: Anna Foglietta, Paolo Calabresi, Lucia Mascino, Marina Rocco, Elena Radonicich, Francesco Turbanti, Paolo Mazzarelli, Marina Occhionero, Nicolò Costa.
Distribuzione: Adler Entertainment. Origine: Italia, 2019.
Simona Riva è una mamma single con un figlio, Filippo, giunto all'ottavo compleanno: dunque bisogna organizzare la festa con gli amichetti della scuola, e Simona si dedica anima e corpo all'impresa di ospitare una manciata di ragazzini scalmanati con i rispettivi genitori. Ed è il campionario degli adulti quello più variegato: la coppia di ferro politically correct convinta di avere la verità in tasca; il mammo disoccupato certo che il modo migliore per crescere un bambino sia restare al suo livello; l'estetista ipersessuata che talvolta si sente soffocare; il manager neoseparato che non ha tempo per la famiglia; e infine la mamma arcobaleno. Allacciate le cinture: la festa del piccolo Filippo rischia di trasformarsi in una cena delle beffe. I punti di riferimento sono la webcom Una mamma imperfetta, che aveva come protagonista quella Lucia Mascino che in Genitori quasi perfetti interpreta la "nazivegana" Ilaria, e il campione di box office Perfetti sconosciuti, che contava fra i suoi protagonisti Anna Foglietta, qui nel ruolo di Simona.
Ci sono almeno altre due pietre di paragone cinematografiche italiane: Il nome del figlio e Dobbiamo parlare, a loro volta debitori di Le Prénom e Carnage. Questo per sottolineare che la confezione filmica di Genitori quasi perfetti rientra pienamente in quel genere di commedia dal forte impianto teatrale in cui i rapporti umani si sgretolano rapidamente quando le maschere sociali si abbassano, ma anche per rilevare che l'estetica del film è il suo punto debole, in quanto rispecchia perfettamente (se vogliamo usare il termine ricorrente in questo gioco di domino) tutti gli esempi italiani citati.
Ciò che distingue in positivo l'opera seconda di Chiossone è invece la scelta dei soggetti protagonisti - i nuovi genitori, "bestiario" contemporaneo davvero sui generis - e la qualità della scrittura di Renata Ciaravino e Gabriele Scotti, anche loro di consumata esperienza teatrale, che fotografa esattamente alcuni tipi umani non ancora così ben raccontati al cinema.
Anche i dettagli di scenografia (firmata da Paolo Sansoni) sono di una precisione chirurgica nel delineare il perimetro socioeconomico e culturale di Simona e del suo milieu. I dialoghi e la costruzione narrativa denotano una conoscenza approfondita dei soggetti e delle dinamiche sotto osservazione (entomologica), cui alcuni ammennicoli della modernità (prima di tutto l'infernale whatsapp con le sue ineludibili chat scolastiche) semplicemente acuiscono la paradossalità.
Sullo sfondo c'è la Milano fighetta che si sveglia al mattino al beep beep degli smartphone, popolata da persone che hanno "moltissime idee sulle cose giuste e sbagliate" e le impongono agli altri, in primis i figli, sotto una patina di tolleranza e una pretesa di apertura mentale.
I problemi della borghesia attuale ci sono tutti: la fretta quotidiana dei genitori iperattivi, la disoccupazione acculturata, la dedizione a lavori sudditi dell'economia globale, l'omosessualità accettata come accessorio radical chic, le inesauribili liste di cose da fare, le mamme multitasking e polistressate, i padri empatici e virilmente frustrati. A interpretare queste nuove categorie genitoriali un cast disomogeneo: se da un lato Anna Foglietta e Marina Rocco sono sempre troppo sopra le righe, dall'altra Francesco Turbanti e Paolo Mazzarelli mettono a frutto la loro misura teatrale, come fa Lucia Mascino nel ruolo più difficile di tutti. Ma è il (sotto)tono di Elena Radonicich e soprattutto Paolo Calabresi, qui veramente in stato di grazia, a rivelare l'autentica soglia di dolore dietro la battuta felice, e a sottolineare l'ipocrisia di certe "perfezioni" di pura superficie.
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