Regia e sceneggiatura: Alexandre de La Patellière, Matthieu Delaporte. Fotografia: Guillaume Schiffman. Montaggio: Célia Lafitedupont. Scenografie: Marie Cheminal. Musiche: Jerome Rebotier. Costumi: Anne Schotte.
Interpreti: Fabrice Luchini, Patrick Bruel, Zineb Triki, Pascale Arbillot, Marie Narbonne, Jean-Marie Winling, André Marcon, Thirry Godard, Martina Garcia.
Produttore: Alexandre de La Patellière, Matthieu Delaporte.
Distribuzione: Lucky Red.
Origine: Francia, 2019.
Arthur e César sono amici da quando entrambi frequentavano controvoglia lo stesso severissimo collegio. Ma non potrebbero essere più diversi: Arthur è un ricercatore medico puntiglioso e ossessionato dal rispetto delle regole; César è un guascone imprudente e trasgressivo che è appena stato sfrattato da casa sua in seguito alla propria bancarotta. E se Arthur, divorziato con figlia, sta ancora aspettando pazientemente che l'ex moglie torni a casa, César colleziona avventure senza legarsi a nessuna. Per un equivoco, Arthur viene a conoscenza della gravissima condizione medica di César, e César si convince che sia Arthur a trovarsi in punto di morte. Da quel momento i due faranno a gara per realizzare i desideri finali l'uno dell'altro, anche quelli più lontani dal proprio gusto personale: il che ha il vantaggio di sbloccare lo stallo esistenziale in cui si trovavano entrambi. Il genere prediletto di La Patellière e Delaporte è la commedia "alla francese" leggera ma con spunti di riflessione sul presente. E qui si cimentano con due temi importanti: l'amicizia maschile e la malattia.
Per la prima mezz'ora la storia fila che è una meraviglia, facendo leva sia sul contrasto fra i due protagonisti che sulla "strana coppia" di interpreti composta da Fabrice Luchini e Patrick Bruel. Le battute sono divertenti, il ritmo è scoppiettante, e il gioco degli equivoci è retto con mano salda. La Patellière e Delaporte pescano tra i recenti successi europei che hanno trattato il tema della malattia e dell'amicizia, da Quasi amici a Truman - Un vero amico è per sempre, ma si arrestano però sulla soglia del dolore, preferendo guardare a film hollywoodiani come Non è mai troppo tardi per strappare ulteriori risate invece che prendere il toro per le corna.
I momenti migliori dunque restano i siparietti comici fra due attori di consumata abilità - molto divertente la scena al ristorante in cui vengono scambiati per una coppia gay: cosa del tutto comprensibile, visto che Il meglio deve ancora venire è fondamentalmente un bromance. Ma è difficile dare nuove svolte al tema dell'amicizia maschile a confronto con la morte in chiave agrodolce: bisognerebbe provarci solo sapendo esattamente dove andare a parare, come reggere il timone e regolare la velocità di crociera.
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