Multisala900
CAVRIAGO | REGGIO EMILIA
900@multisala900.it
0522 372015
il cinema
film e spettacoli
recensioni
rassegne film
teatro ragazzi
teatro dialettale
dove siamo

X CHIUDI SCHEDA

scheda Film
E STATA LA MANO DI DIO

E STATA LA MANO DI DIO

di Paolo Sorrentino
con Filippo Scotti, Toni Servillo, Luisa Ranieri

Trailer
Genere: Film
Durata: 130'
Trailer

Regia e sceneggiatura: Paolo Sorrentino. Fotografia: Daria D’Antonio. Montaggio: Cristiano Travaglioli. Musica: Lele Marchitelli. Costumi: Mariano Tufano.

Interpreti: Filippo Scotti, Toni Servillo, Luisa Ranieri, Teresa Saponangelo, Biagio Manna, Renato Carpentieri, Teresa Saponangelo, Massimiliano Gallo, Ciro Capano, Betti Pedrazzi.

Produttori: Paolo Sorrentino, Lorenzo Mieli. Distribuzione: 01 Distribution. Origine: Italia,  2021.

GRAN PREMIO DELLA GIURIA AL FESTIVAL DI VENEZIA 2021

Fabio è uno dei tre figli di Saverio e Maria, coppia della buona borghesia napoletana, circondata da vicini, parenti e amici che condividono allegria e problemi famigliari. Adolescente incerto sul futuro dopo un diploma di maturità classica ancora da conquistare, Fabio è intimidito dalle donne e innamorato della zia Patrizia, di grande sensualità e di inquietanti allucinazioni. Intorno a lui ruota un caleidoscopio domestico fatto di scherzi materni e stoccate paterne, di un fratello che sogna il cinema e una sorella che vive chiusa in bagno, più i tanti personaggi che costituiscono un teatro partenopeo da far invidia ad Eduardo. Ma questo universo protettivo ed esilarante è destinato a scomparire all'improvviso, creando un vuoto che, forse, potrà essere anche fonte di una nuova libertà creativa. Per la prima metà del racconto È stata la mano di Dio è la ricostruzione pirotecnica di una napoletanità privilegiata e gaudente che si esprime attraverso il gioco (anche delle parti), in un Amarcord che cita Federico Fellini ma anche Sergio Leone e Roberto Rossellini, componendo il pantheon ideale della genesi artistica ed emotiva di Sorrentino autore. Nella seconda metà il regista spegne i fuochi d'artificio e lascia posto all'assenza, depura il suo cinema di ogni ingombro estetizzante per spogliarsi nudo davanti alla realtà della solitudine improvvisa, a tu per tu con quel mondo "deludente" per cui l'unico antidoto è l'immaginazione.
Sorrentino torna a bagnare i panni in quel mare che "non bagna Napoli" per ripescarvi le origini della sua vocazione e rendere omaggio a chi, prima ancora dei Maestri, ha arricchito il suo mondo interiore: un padre istrionico, una madre giocoliera, una zia alienata e provocante, uno zio in grado di interpretare come "la mano di Dio" l'intervento di quel Diego Armando Maradona capace di "atti politici", come il celebre goal di mano contro l'Inghilterra, e di miracoli quotidiani, come quello di chiamare a sé - "in curva B, naturalmente" - il giovane Fabio, sottraendolo al destino tragico dei suoi genitori.
I virtuosismi registici sorrentiniani, che cominciano con il piano sequenza iniziale ripreso da altezze divine, lasciano il posto alla pochezza dell'esistenza minima di chi ha perso il Paradiso e cercherà di ricostruirlo attraverso la finzione dei set. La fotografia di Daria D'Antonio, tanto "ingegnosa" da sintonizzarsi sulla temperatura emotiva di un regista che racconta la sua storia più intima, cattura la luce con un'empatia finora poco esplorata dal cinema di Sorrentino. Le scenografie di Carmine Guarino e i costumi di Mariano Tufano ricreano una Napoli anni Ottanta ricca di sogni e simboli borghesi in modo mai parodistico, e un cast di prim'attori popola la città partenopea usando corpo, dialetto e anima. Su tutti spiccano Teresa Saponangelo nel ruolo sfaccettato della madre di Fabio e la monumentale Betti Pedrazzi in quello della baronessa Focale.
Si ride, tanto, in questa storia di discendenti del Regno di Napoli, insieme a questa galleria di personaggi a volte grotteschi ma mai meno che umani. E Maradona è il nume tutelare ricorrente che manda segni da lontano, che fa ballare sui balconi un'intera città, che salva la vita e l'onore, che riesce a non essere mai deludente, almeno in quegli anni lontani. È stata la mano di Dio non è "consolatorio" ma prova a ricomporre le parti "disunite" di un regista che voleva fare il filosofo e invece si è trovato a raccontare, ancora e ancora, il rimpianto

 

info

CHI SIAMO

ISTRUZIONI PER L'USO

DOVE SIAMO/PARCHEGGI

PRIVACY E COOKIE POLICY

TRASPARENZA AMMINISTRATIVA

CONTATTI

MULTISALA NOVECENTO

Via del Cristo, 5 - 42025 Cavriago (Reggio Emilia)

0522 372015

900@multisala900.it

P.IVA 00132130352

IBAN IT44C0103066290000000376274

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

RICEVERAI IN ANTEPRIMA LE NOVITA'
SULLA PROGRAMMAZIONE E SULLE PROMOZIONI ESCLUSIVE.


SCOPRI DI PIU'