Regia: Pierre Pinaud. Sceneggiatura: Philippe Leguay, Fadette Drouard. Fotografia: Guillame Deffontaines. Montaggio: Valerie Deseine. Musica: Mathieu Lamboley. Scenografie: Philippe Chiffre.
Interpreti: Catherine Frot, Marie Petiot, Olivia Cote, Vincent Dedienne, Fatsah Bouyahmed, Pasquale D’Inca, Olivier Breitman, Charline Paul, Stephan Margot, Melan Omerta.
Produttore: David Giordano.
Distribuzione: I Wonder Pictures. Origine: Francia, 2020.
Creatrice di stupende rose da competizione, Eve ha ereditato l'attività dall'amato padre ed è diventata un punto di riferimento nell'industria floreale francese. Ma la sua è una società piccola, che può contare sull'unico aiuto della fedele segretaria Vera; con le poche serre che gestiscono, le due non sono in grado di reggere il confronto con l'approccio industriale del concorrente Lamarzelle. Sull'orlo della bancarotta, Eve recluta tre nuovi stagisti attraverso un programma di reinserimento sociale per mettere in atto un piano rocambolesco che la aiuti a creare la rosa perfetta. Non stupisce quindi che anche il film stesso del regista Pierre Pinaud sia orgogliosamente vintage: affettato ma in fondo sincero, è un classico matrimonio di toni da commedia e sentimentalismo ricercato, che cattura l'essenza del cinema francese più tradizionale.
Senza un filo di malizia né di pretesa, Pinaud cuce le fila di una storia alla Davide contro Golia nel mondo del business contemporaneo, per poi aggiungerci lo sbocciare di un'improbabile amicizia tra la dama un po' cocciuta della bravissima Catherine Frot (che di questo genere di commedie è divenuta un simbolo nell'arco della sua lunga carriera) e la gioventù turbolenta ben abitata da Melan Omerta, criminale scapestrato al quale i genitori hanno infranto il cuore e al contempo donato un naso che promette bene.
Si impara molto sulle rose - impollinate, ibridate, annusate, ma pure rubate - guardando un'opera che sembra teletrasportata ai giorni nostri da un'era più innocente. Ancor di più si riflette sulla semplicità con cui si può far cinema e sulla leggerezza del sentimento umano, tratteggiato con cura sui volti di un cast ristretto ma delizioso. Alla distanza, Pinaud fa crollare ogni resistenza nello spettatore, consegnandogli infine un piccolo glossario delle emozioni. Nulla che non si sapesse già, ma un bel momento per fare ordine nell'anima e scaldare il cuore
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