Regia e sceneggiatura: Philippe Falardeau. Fotografia: Sara Mishara. Montaggio: Mary Finlay. Musica: Martin Leon. Scenografie: Lea-Valerie Letourneau. Costumi: Patricia McNeil.
Interpreti: Margaret Qualley, Sigourney Weaver, Douglas Booth, Seana Kerslake, Colm Feore, Yanic Truesdale, Leni Parker, Gavin Drea, Jonathan Dubsky, Xia Sun.
Produttore: Mary Jane Skalski. Distribuzione: Academy Two. Origine: Canada, 2020.
Joanna sogna di poter pubblicare le proprie poesie ma intanto deve fare i conti con la necessità di trovare un lavoro. Viene così assunta in un'agenzia letteraria diretta da Margaret, un'agente che in quel momento ha tra i suoi autori J.D. Salinger. Joanna si ritrova così a rispondere ai fans per conto di uno degli autori più riservati che la storia della letteratura abbia annoverato tra le sue fila. Mentre la sua vita privata sta cambiando insieme alle sue relazioni con i coetanei, questa giovane donna si trova a confrontarsi con un 'fantasma' letterario che ammira ma che appare come irraggiungibile.
Il cercare di adeguare i propri sogni con la realtà, il rapportarsi con una boss di cui si scopre progressivamente il lato più intimo, sono temi che il cinema ha già affrontato innumerevoli volte. Per tornare a proporli diventa indispensabile individuare un elemento di originalità. In questo caso viene offerto dall'assenza/presenza della figura di J.D. Salinger.
L'autore de "Il giovane Holden", nell'anno in cui la vicenda viene ambientata aveva già da moltissimo tempo deciso di sottrarsi alla visibilità dichiarando che "Il desiderio che uno scrittore ha di anonimato e di oscurità è la seconda dote più importante che gli sia stata affidata". Joanna diviene così una sorta di sua ghost mail writer mentre sta cercando la sua strada nella vita.
Margaret Qualley sa offrire alla sua Joanna il giusto mix di concretezza e di innocenza sin dal primo sguardo in macchina. È grazie a lei e alla sempre solida presenza di Sigourney Weaver che il film si salva dal rischio del dejà-vu. Il suo cercare di guardare oltre a un pur interessante presente diventa così modello per chi rischia, già da giovane, di rinunciare a guardare al futuro. Essere 'autori' della propria vita è un compito a cui non si può derogare.
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