Regia: Matt Reeves. Sceneggiatura: Ben Affleck, Matt Reeves. Fotografia: Greig Fraiser. Montaggio: William Hoy. Musica: Michael Giacchino. Costumi: Jacqueline Durran.
Interpreti: Robert Pattinson, Zoe Kravitz, Jeffrey Wright, Paul Dano, Andy Serkis. Colin Farrell, John Turturro.
Produttori: Ben Affleck, Matt Reeves. Distribuzione: Warner Bros. Origine: USA, 2022.
The Batman è Vendetta. The Batman è rabbia. The Batman è furia. The Batman è sangue. È violenza. È rancore. È paura. È giustizia. The Batman è notte. The Batman è oscurità. È buio. È occhi che scrutano. È grugno che ti fissa. È abisso che ti scruta. È ghiaccio che ti penetra. Poi è fuoco, divampa, ti brucia. The Batman è caos. Follia. Mistero. The Batman è tutto ciò che il cinema non aveva ancora raccontato sul Cavaliere Oscuro. Matt Reeves plasma la mitologia dell'uomo pipistrello senza mai sovrapporvi la propria visione, comunque molto autoriale. Perché The Batman, pur privilegiando un approccio realistico alla sua storia percorrendo solo in apparenza gli stessi binari di Nolan, si rivela sin dall'inizio il film sul crociato di Gotham più rispettoso in assoluto nei confronti del materiale d’origine.
Comincia con le parole di un diario, quello del protagonista, quasi ci trovassimo nelle prime pagine - dense di didascalie - di un albo di Batman, e rispetta la promessa fatta ai fan sin dai primordi del progetto cinematografico: questo nuovo cinecomic di casa DC non racconta nuovamente le origini dell'eroe, ma anzi le dà per assodate. Ne consegue una pellicola di quasi tre ore densissime, che sin dai primissimi minuti ci catapulta tra gli ingranaggi di una sceneggiatura scritta con cura e riguardo, fili di un intreccio complesso ma inattaccabile (di materiale ce n'è ancora in abbondanza, al punto che si parla già di un sequel di The Batman e Pattinson sa già quali villain vorrebbe affrontare). Ciononostante, l'eredità dei coniugi Wayne e dell'impatto della loro morte sul piccolo Bruce rimangono centrali tanto nella caratterizzazione del protagonista quanto nel canovaccio. Per il suo Batman Matt Reeves opta per una detective story purissima, patinata di noir e poliziesco. Un racconto che si presta a più livelli di lettura, anche politico, il cui storytelling pesca a piene mani dalla memoria cinematografica del personaggio e da alcune delle più celebri storie a fumetti di casa DC. E nonostante questo Batman sia, in parte, eroicamente già formato, è comunque una storia di origini che vuole narrarci Reeves: le origini di un universo che è già iconico al massimo, le origini etiche di un vigilante alla ricerca della sua vera identità, e persino le origini di un intero ventaglio di villain.
A partire dall'Enigmista, nuova incarnazione cinematografica del caos e dell'isteria di massa, un antagonista perfettamente funzionale alle idee di Reeves. Attorno al misterioso personaggio interpretato da Paul Dano ruotano figure classiche della mitologia batmaniana, dal Pinguino di un irriconoscibile Colin Farrel a Carmine Falcone, potente e spietato boss con gli artigli ben piantati nel cuore politico e finanziario di Gotham City. Tutti ingranaggi che a loro volta gravitano intorno ad un mistero: le motivazioni che muovono The Riddler, ossessionato dalla lotta di classe e da Batman stesso, al quale si rivolge il suo intero operato criminale: omicidio dopo omicidio, un rebus dopo un altro, tutto destinato allo smascheramento di una verità scomoda e scioccante.
E il Cavaliere Oscuro, sovrapponendosi nella psiche e nel temperamento ad un giovane e tenebroso Bruce Wayne, fin troppo assillato dalla sua stessa sete di giustizia per dare peso alla sua vera identità, assume le sfumature inedite (e mai viste al cinema) di un fine e abilissimo investigatore, che mette cervello, fisico e gadget unicamente al servizio di un caso da risolvere.
Un Batman umano e umanizzato al massimo, come non l'avevamo mai visto sul grande schermo, quello dipinto da Matt Reeves e incarnato da un Robert Pattinson perfetto sul piano mentale e atletico. La più grande sorpresa di The Batman è lo spessore psicologico che autore e attore hanno dato al personaggio, un percorso lungo quasi tre ore in cui la psiche di questo Cavaliere Oscuro si trasforma ed evolve, e da brutale animale notturno diventa un faro di speranza, un eroe finalmente completo, quello che meritiamo e di cui abbiamo bisogno. Pattinson dà vita ad un Bruce ancora troppo giovane e furioso per dedicarsi alla filantropia, un elemento che forse rappresenta l'unica pecca della pellicola: in quasi 180 minuti di durata Reeves non riesce a trovare moltissimo spazio per Wayne, relegando i suoi preziosi scambi con Alfred in poche ma significative (ed eccellenti) sequenze di grandissimo impatto emotivo. Ne consegue che la sua performance è più incentrata sulla fisicità dell'uomo pipistrello: ciononostante la sua prova rimane memorabile, il suo talento cristallino, fiore all'occhiello di un cast semplicemente perfetto in ogni sua sfumatura.
A partire da Jeffrey Wright, nuovo e convincente volto dell'inflessibile commissario Gordon, al Cobblepot di Farrel e soprattutto all'incredibile Enigmista di Dano, che nel pazzoide fan degli indovinelli confeziona un'interpretazione semplicemente clamorosa. Magnetica e ammaliante la Selina Kyle di Zoe Kravitz, ancora più "proto-Catwoman" di quanto ci aspettassimo: è il personaggio che più risente della riscrittura del regista, che le dona origini e motivazioni più definite rispetto alla sua enigmatica controparte cartacea. Un lavoro che intrigherà i fan più curiosi ma che potrebbe spiazzare maggiormente i puristi, pur riconoscendone l'inserimento perfettamente oliato nella sceneggiatura messa in piedi da Reeves. Insomma, la scelta che per molti poteva rappresentare l'elemento di maggior discutibilità, specie per quanto riguarda l'ombroso protagonista, rappresenta invece uno dei principali valori della pellicola, un cast essenzialmente giovane e scelto con minuzia, che riuscirà ad incontrare il favore dei più giovani senza nemmeno deludere un pubblico più navigato ed esigente.
Tutto quanto descritto non sarebbe stato possibile senza le intuizioni visionarie ed efficaci di Matt Reeves, grande demiurgo di questa operazione di riscrittura non soltanto narrativa, ma soprattutto estetica.
Con furbizia ed esperienza, Reeves non inventa nulla, ma lo rimodella a suo piacimento in un prodotto visivamente lodevole, esteticamente ricercato. The Batman è tra i film più raffinati in assoluto sul Cavaliere Oscuro, forse addirittura uno dei cinecomic più autoriali per scelte e soluzioni registiche. Reeves dirige con maestria e ispirazione assolute, dando vita sin dai primissimi minuti a inquadrature iconiche e sequenze che rimarranno nella storia cinematografica del pipistrello. Guarda soprattutto a Nolan con grande rispetto, specie nella cattiveria e nell'approccio squisitamente thriller. Ma osserva da lontano anche la patina gotica di Burton, riflessa in una Gotham City che non è mai stata così protagonista nei vicoli, nelle strade all'ombra di edifici solenni e minacciosi.
Una scenografia d'eccezione che si accompagna ad una fotografia a dir poco sublime, che contribuisce ad arricchire la bellezza visiva di un cinecomic pregevole. Ma, come detto in apertura, The Batman riflette con orgoglio e riverenza anche le pagine dei comics più celebri, prende l'iconografia fumettistica del Cavaliere Oscuro e la rende reale, potente, evocativa. The Batman è una mescolanza di ispirazioni, generi, addirittura medium diversi. Raccoglie l'irruenza fisica dei videogiochi di Arkham, il visionario di Burton, l'ambizione e la filosofia di Nolan. Il risultato è un Batman nuovo, che merita di diritto un posto nell'Olimpo dei pipistrelli al pari dei suoi cugini dell'89 e del 2005. Ma anche uno dei cinecomic più ispirati e convincenti di questa generazione e, forse, addirittura di sempre.
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