Regia: Pablo Larrain. Sceneggiatura: Steven Knight. Fotografia: Claire Mathon. Montaggio: Sebastian Sepulveda. Musica: Jonny Greenwood. Scenografia: Yesim Zolan Costumi: Jacqueline Durran.
Interpreti: Kristen Stewart, Michael Epp, Olga Hellsing, Richard Sammel, Jack Farthing, Stella Gonert, Jack Nielen.
Produttori: Pablo Larrain, Maren Ade. Distribuzione: 01 Distribution. Origine: USA, 2021.
«Qui il futuro non c’è. Il passato e il presente sono la stessa cosa». Pare non scorrere il tempo nella prigione di cristallo in cui è rinchiusa la malinconica principessa protagonista di Spencer, il nuovo raffinato film di Pablo Larraín, in concorso alla 78ª Mostra del Cinema di Venezia. Non una reale qualunque, ma la principessa del popolo, Diana Spencer. Dopo il ricercato Jackie, il regista cileno torna a dipingere il ritratto intimista di una donna centrale nella storia contemporanea, strappando il velo dell’immagine pubblica e cercando di cogliere le smorfie di un’anima ferita. Una nuova incursione del mito di Lady D al cinema, un affresco di un’eleganza tanto semplice, quanto potente. Nel ricercare la posa perfetta da cui ritrarre la sua Lady D, Larraín sceglie di concentrarsi su un momento cruciale della parabola della principessa: il Natale del 1991. Sola, afflitta dai tradimenti di Carlo, accecata dalla luce dei riflettori di una stampa ingorda e fisicamente indebolita dai suoi disturbi alimentari, Diana (Kristen Stewart) è costretta a trascorrere tre giorni a Sandringham House con il resto della Famiglia Reale. Tra le mura del palazzo i fantasmi della principessa prendono forma, mentre si amplifica l’insofferenza verso l’etichetta di corte e l’infelicità di una donna in trappola. Diana vorrebbe guidare, correre libera, scegliere cosa indossare, mangiare in un fast food e tenere aperte le tende della finestra della sua stanza, ma le regole ferree della casa Windsor glielo impediscono. La principessa, infatti, non ha addosso solo gli occhi dei giornalisti, ma anche gli sguardi giudicanti di un’intera famiglia. Il film mette in scena il perenne stato di soggezione che strozza il rutilante spirito di Diana, registrando gli effetti dell’oppressione psicologica sul corpo e i comportamenti della principessa. Lascia sullo sfondo, invece, gli altri membri della famiglia, cui Larraín dedica delle pennellate fugaci, impercettibili alla vista, ma simbolicamente pregnanti nell’economia di un dipinto che non dimentica mai il suo soggetto: Diana. Una scelta incisiva che rende costantemente palpabile ciò che è in realtà tagliato fuori dall’inquadratura. Una metaforica dicotomia tra dentro e fuori, presente e assente che ammanta la pellicola di un’aura fantasmatica. E la stessa Diana immaginata dal regista cileno viene trasfigurata in un fantasma che vaga trepidante tra le gelide stanze di Sandringham House. Kristen Stewart, con il suo viso ombroso e il suo corpo irrigidito, coglie il lato più malinconico e inquieto della Principessa del popolo. Non mima, ma fa rivivere; rende tangibile l’ombra di una donna che pare destinata alla consunzione. Nella sua equilibrata interpretazione, però, c’è anche spazio per i barlumi di vitalità di quella che fu un’anima gioiosa e carismatica. Nei teneri momenti che trascorre con i suoi figli, il rapporto con i quali è messo in scena con una delicatezza commovente dal film, il volto di Diana/Kristen si illumina di speranza. Spencer è una storia di fantasmi e insieme di vita recalcitrante. Un’opera raffinata con una ricercatezza formale impeccabile.
MULTISALA NOVECENTO
Via del Cristo, 5 - 42025 Cavriago (Reggio Emilia)
0522 372015
P.IVA 00132130352
IBAN IT44C0103066290000000376274
RICEVERAI IN ANTEPRIMA LE NOVITA'
SULLA PROGRAMMAZIONE E SULLE PROMOZIONI ESCLUSIVE.