Regia e Sceneggiatura: Lauriane Escaffre, Yvo Muller. Fotografia: Antoine Sanier Montaggio: Valérie Deseine. Musica: René Aubry. Scenografie: David Bersanetti.
Costumi: Emmanuelle Youchnovski.
Interpreti: Karin Viard, Grégory Gadebois, Noée Abita, Philippe Uchan, Lauriane Escaffre, Pauline Clément, Yvo Muller, Tania Dessources, Catherine Salée.
Produttori: Foucauld Barre, Hervé Ruet. Distribuzione: Europictures. Origine: Francia, 2022. D
Una donna di mezza età, con un matrimonio di venticinque anni sulle spalle e una vita sempre uguale avrebbe il destino segnato nel cinema italiano, e con grande probabilità sarebbe tutto tranne che protagonista. I francesi Lauriane Escaffre e Yvonnick Muller scelgono invece Karin Viard, già applaudita in La famiglia Bélier, per affidarle il complesso ruolo di Maria, donna delle pulizie dalla sensibilità fuori dall'ordinario. Appassionata di scrittura, la incontriamo a casa di una cliente, nel bel mezzo di una veglia funebre, in attesa di una riassegnazione. La invieranno alla Scuola di Belle Arti a Parigi, universo a lei completamente sconosciuto. Dovrà imparare che esistono opere d'arte bizzarre (di simil burro, da non gettare nella spazzatura) e che ci sono studenti creativi da poter aiutare. Come? Attraverso le sue mani, il suo saper fare, ma anche il suo corpo. Lo farà anche grazie a Hubert, tassello fondamentale del processo di evoluzione e riscoperta di Maria. Ad interpretarlo c'è un attore di spessore ed esperienza, Gregory Gadebois, che si cala abilmente nei panni del custode della scuola. Un tipo simpatico, affabile e mentalmente aperto, eppure poco libero fisicamente, dal momento che non si è mai veramente spostato, appunto, dalla "sua" Scuola. L'incontro tra i due è fatale, crea un legame speciale fatto soprattutto di voglia di oltrepassare i propri limiti e guardare oltre. Oltre le convenzioni sociali e le posizioni lavorative, oltre l'età e il già fatto, oltre tutti i limiti autoimposti, o magari imposti da una vita di coppia non più soddisfacente.
La riscoperta di se stessi è un processo creativo, sembrano voler dire Lauriane Escaffre e Yvonnick Muller con questo film, tratto dalla storia di vita personale della prima, o meglio di sua nonna. Una donna delle pulizie anche lei, mestiere che spesso al cinema è associato a storie di disagio sociale o invisibilità e che stavolta diventa trampolino di lancio per il riscatto di una vita.
Il risultato è una trascinante storia di trasformazione e viaggio interiore, di incontro e confronto con l'arte ma anche con l'altro. Una storia anche universale, come è universale il desiderio di scoprirsi, di darsi un'altra possibilità, di emanciparsi e di nutrire il proprio animo di arte e relazioni appaganti.
Malgrado non spicchi particolarmente per originalità, Maria e l'amore si rivela un grazioso e godibile ritratto di una donna decisa a riappropriarsi dei propri desideri, metafora utile e convincente per suggerire a chi guarda che non è mai troppo tardi per essere felici e, ancora prima, per capire chi si è veramente. O chi si vuole diventare, anche quando si è già "grandi".
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