Sceneggiatura: Heather Juergensen, Jennifer Westfeldt. Fotografia: Lawrence Sher Scenografia: Charlotte Burke. Costumi: Melissa Bruning. Musica: Marcelo Zarvos. Montaggio: Kristy Jacobs Maslin. Personaggi e Interpreti: Jessica Stein: Jennifer Westfeldt, Judy Stein: Tovah Feldshuh, Nonna Esther: Esther Wurmfeld, Rabbino: Hillel Friedman. Prodotto da: Eden Wurmfeld Film Production, E Brad Zions Films Production. Distribuzione: 20th Century Fox. Origine: U.S.A., 2001. Durata: 92'.
Continuano le insonnie d'amore, in una New York invernale e bellissima, di cuori femminili che non riescono a trovare l'anima gemella, non ricevono posta elettronica, non incontrano nessun Brendan, non hanno nessun amico che presenti loro qualche Harry.
La Jessica Stein del titolo, redattrice in una rivista cinematografica, aspirante pittrice, è fondamentalmente sola.
Ha alle spalle una storia fallimentare con il direttore della testata per cui scrive, non riesce ad essere in sintoniacon il genere maschile in generale (troppo bambini, troppo pervertiti, troppo imbranati, insomma troppo tutto), non riesce più ad innaffiare il cuore inaridito con la rigenerante rugiada dell'amore.
La soluzione (ma sarà una soluzione solo apparente) sembra trovarla, per caso, o meglio per azzardo, sprofondando tra le braccia di una persona gentile e intelligente, vivace ed anticonformista. Una persona che la fa innamorare. Unico particolare: è una donna e nessuna delle due ha mai avuto rapporti lesbici.
Tratto da una piece teatrale che ha raccolto unanimi consensi nei teatri off di Broadway, a metà strada tra l'umorismo cervellotico dell'Allen prima maniera (quello di Annie Hall e Manhattan) e la mesta allegria de Il diario di Bridget Jones, il film di Chrales Herman Wurmfeld si muove astutamente tra dilemmi amorosi e battute al vetriolo, voglie di tenerezza, lacrime e sorrisi.
Seguendo la strada del politicamente corretto, osservando divertito le dinamiche frenetiche dei rapporti di coppia di questa fine secolo, si rivolge ad un pubblico sia etero che omo, cerca di non irritare nessuno, invita alla tolleranza sessuale, dimostra che in amore non contano pregiudizi e non si tira indietro nel mostrarci una coppia che pur dello stesso sesso e pur non essendo omosessuale riesce a trovare la scintilla che combatte la solitudine. Almeno finche' non si apriranno le prime crepe.
Diretta con scaltrezza da un regista dichiaratamente gay alla sua prima prova dal budget sostanzioso, la pellicola deve la sua riuscita ad una sceneggiatura perfetta, scritta dalle due bravissime protagoniste (Heather Juergensen e Jennifer Westfeldt), che riesce a dare un quadro ironico e buffo, amaro e comico, leggero e profondo sul disperato bisogno d'amore di quarantenni stressati dal lavoro e dalla famiglia.
(Cesare Paris)