Regia: Walter Veltroni. Sceneggiatura: Doriana Leondeff, Walter Veltroni. Fotografia: Davide Manca. Montaggio: Mirko Platania. Musiche: Fabrizio Mancinelli. Scenografia: Luca Servino. Costumi: Francesca Leondeff. Interpreti: Neri Marcorè, Valeria Solarino, Fabrizio Ciavoni, Olivia Corsini, Gianmarco Tognazzi, Dharma Mangia Woods, Antonino Bruschetta, Anita Zagaria, Elena Di Cioccio, Stefano Fresi, Michele Foresta.
Produttori: Lionello Cerri, Cristiana Mainardi. Distribuzione: Vision Distribution. Origine: Italia, 2023.
Giovanni ha 'dormito' per 31anni. Il giorno in cui, a piazza san Giovanni, si tenevano i funerali di Enrico Berlinguer l'asta di uno striscione gli è caduta in testa procurandogli un coma profondo durato così a lungo. Ora però il mondo in cui l'allora diciottenne si viene a trovare è decisamente cambiato. Avrà bisogno dell'aiuto della suora che gli era stata a fianco nel corso della degenza e di un ragazzo affetto da mutismo selettivo.
Walter Veltroni porta sullo schermo il suo romanzo mutandone alcuni elementi ma conservando lo spirito che ne ha informato la scrittura.
I cambiamenti sono dettati non solo dalla necessaria considerazione del passaggio dal linguaggio letterario a quello cinematografico ma anche da un altro, nello specifico, per nulla secondario, elemento: il trascorrere del tempo. Perché da quando il libro è stato pubblicato (2017) ad oggi sono passati altri sei anni ed il mondo nella sua generalità e in quella italica in particolare è ulteriormente mutato.
Se andiamo a cercare la definizione dell'avverbio di tempo 'quando' nel vocabolario Treccani troviamo in apertura questa definizione: "Ha la funzione di domandare, in frasi interrogative, in quale tempo o momento si determinerà, si è determinato o si determina, un fatto, una situazione o un'azione". Nel romanzo e anche nel film di Veltroni però il punto di domanda non c'è. C'è il tentativo da parte del protagonista di trovare un punto in cui fissare la propria presenza nel mondo cercando di determinarne le nuove coordinate.
Ritornano temi cari all'autore. In primis la presenza/assenza di quell'Enrico di cui Venditti ha cantato "Se tu ci fossi ancora ci basterebbe un sorriso per un abbraccio di un'ora". Quando Giovanni si risveglia quell'Enrico non c'è più da oltre trent'anni e non c'è più neanche il PCI. Qui potevano nascere i problemi perché Veltroni è un cinefilo troppo attento per non aver avuto presente lo schema analogo già portato sullo schermo con successo da Wolfgang Becker nel 2003.
Il riferimento è a quel Goodbye, Lenin! in cui una comunista ortodossa viene colpita da un infarto nella Berlino del Muro per poi risvegliarsi dopo il suo abbattimento. Lì il gioco consisteva nel ritardare il più possibile la sua consapevolezza del cambiamento per non provocarle un nuovo trauma.
Qui la sceneggiatura decide di seguire un percorso diverso grazie anche a un casting che vede al centro due attori di grande professionalità. Se Marcoré nuota come un pesce nell'acqua delle pieghe della psicologia di un personaggio che deve passare dallo stupore alla presa di coscienza, Valeria Solarino deve combattere con lo stereotipo, modello fiction Rai, della suora bella (ultima in ordine di tempo Francesca Chillemi nel ruolo di suor Azzurra in Che Dio ci aiuti). Entrambi vengono però indirizzati non tanto sul binario del "com'era e com'è" (che non è assente ma non è determinante).
Quello che interessa a Veltroni è leggere l'elissi esistenziale che si è venuta a creare tra un diciottenne e il se stesso quarantanovenne che deve tornare ad apprendere e ad accettare una vita diversa da come l'aveva pensata. Ecco allora tornare il tema della ricerca di una felicità possibile anche quando molti elementi sembrano impedirle di trovare spazio. Giovanni impara passo dopo passo ad avere bisogno del sostegno ma anche del confronto non rinunciando poi (e non poteva mancare nel 'politico' Veltroni) a riflettere sugli ideali e le ideologie. Non dimenticando il passato ma guardando al futuro.
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