Regia: Davide Minnella. Sceneggiatura: Stefano Sardo, Davide Minnella. Fotografia: Marco Bassano. Montaggio:
Sarah McTeigue. Musiche: Michele Braga. Scenografia: Luca Gobbi. Costumi: Grazia Materia. Interpreti: Francesco Scianna, Matilde Gioli, Beatrice Grannò, Giovanni Esposito, Caterina Guzzanti, Alessandro Benvenuti, Gianfranco Gallo, Drusilla Foer, Francesco Motta. Produttori: Federica e Fulvio Lucisano. Distribuzione: Vision Distribution. Origine: Italia, 2023.
Filippo è il classico bravo ragazzo, e sta per sposarsi con Luisa, la sua ragazza da sette anni: ma è triste, si sente prigioniero di una situazione che lo ingabbia, e il dispotismo sprezzante del futuro suocero non aiuta. La sua coscienza gli dice che deve fare la cosa giusta, e proseguire con il matrimonio da tempo preparato: peccato che sia manovrata a distanza da Otto, il più abile gestore degli scrupoli altrui, in procinto di ricevere un premio per la sua efficienza. Ma Filippo sfugge per qualche ora al controllo da remoto di Otto, e in quel breve tempo incontra Valentina, una ragazza incasinata che fa breccia nel suo cuore e lo spinge a buttare all'aria le nozze e la reputazione di bravo ragazzo. A Otto non resta che intervenire di persona assumendo le sembianze umane di Nicola, un ex compagno di scuola di Filippo, e mettendosi di mezzo fra il promesso sposo e Valentina. Filippo, senza la sua "coscienza" a pilotarlo a distanza, è però libero di prendere iniziative incontrollabili, e lo stesso "Nicola" scoprirà che anche il suo autocontrollo può subire delle défaillance.
Cattiva coscienza è una commedia di quelle in cui un intervento soprannaturale crea scompiglio nella vita degli esseri umani, e parte dalla premessa che il libero arbitrio in realtà non esista, perché tutti saremmo pilotati da una coscienza esterna che non è frutto di una nostra tensione morale. Entrambe queste premesse richiedono una grande sospensione dell'incredulità, ma creano anche una storia cinematograficamente interessante, mescolando la voglia di giocare con la realtà di certe commedie romantiche anni '80 con riflessioni "inside out" da Ventunesimo secolo.
A sostenere il racconto sono due pilastri: il primo è la sceneggiatura di Stefano Sardo (che si regala anche un cammeo come barista), autore della sceneggiatura insieme a Teresa Gelli e Giordana Mari - una sceneggiatura solida pur all'interno della fondamentale implausibilità delle premesse, debitrice dell'imprinting statunitense ma non rigidamente legata alle regole dei format di scrittura. Questo tipo di sceneggiatura può avere un mercato internazionale perché è costruita a mestiere, senza grandi velleità autoriali, ma con la consapevolezza che i meccanismi narrativi debbano supportare una storia per cui il pubblico può fare il tifo.L'altro pilastro è Francesco Scianna, che regge il suo ruolo facendo leva sulla piacevolezza guascona della sua persona cinematografica di maschio alfa in grado di modificare i suoi comportamenti senza svilire la sua virilità. Scianna mostra la differenza che fa in un film la presenza di un prim'attore dalle spalle larghe e la duttilità nel passare dal registro comico a quello drammatico a quello romantico con agilità e consapevolezza.
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