Regia: Maiwenn. Sceneggiatura: Teddy Lussi-Modeste, Maiwenn . Fotografia: Laurent Dailland. Montaggio: Laure Gardette. Musiche: Stephen Warbeck.
Scenografia: Angelo Zamparutti. Costumi: Jürgen Doering. Interpreti: Johnny Depp, Maïwenn, Benjamin Lavernhe, Pierre Richard, Melvil Poupaud, Pascal Greggory, India Hair, Noémie Lvovsky, Marianne Basler, David Decraene, Luna Carpiaux Edouard Michelon, Alexandre Styker, Thibault Bonenfant Produttori: Pascal Caucheteux, Grégoire Sorlat. Distribuzione: Notorious Pictures. Origine: Francia 2023.
Jeanne, figlia del popolo avida di sapere le cose del mondo, divora libri e sogna la scalata sociale. Seduttrice incallita nel secolo libertino, cavalca irresistibili attrazioni e incontra il duca du Barry. È lui a trarre indebito vantaggio dalla sua bellezza insolente, introducendola nei salotti mondani e 'offrendola' a Versailles, dove si impone come la favorita di Luigi XV. La costernazione della famiglia reale è grande ma niente può contro i sentimenti e quel suo imprevedibile temperamento che deflagra il paesaggio cortigiano, abbatte il conformismo e innamora perdutamente il sovrano. Un re che dietro la maschera impassibile, non si rassegna agli inchini, ai riti grotteschi e alle ipocrisie che ingombrano i suoi saloni. Per averla accanto, Luigi XV le organizza un matrimonio di convenienza e le compra un titolo con la collana di diamanti. La nobile cortigiana du Barry 'regnerà' il tempo di un amore, spento dal vaiolo e dalla Storia che avanza fuori campo.
Non è facile liberarsi di se stessi e in questo senso ogni film di Maïwenn è una sfida. Diciassette anni e sei film dopo, è ancora lì, incapace di trascendere la propria piccola storia, di tentare anche solo l'universale. Ma è così Maïwenn, prendere o lasciare. Costantemente ossessionata da sé, dalle sue origini e dal suo clan, questa volta punta il suo complesso di inferiorità e il suo bisogno di legittimità scomodando la Contessa du Barry, nata Jeanne-Antoinette Poisson. La donna più invidiata e detestata del suo tempo, l'incarnazione per eccellenza dell'elevazione sociale e della riuscita.
Insofferente ai protocolli, si inchina il tempo di una riverenza al sovrano depresso di Johnny Depp, lost in translation, nudo, senza mimica o effetti. Lo sguardo nero è altrove, opaco dentro quello azzurro di Maïwenn, si accende una volta sola per inchiodare le sue figlie reali, che convocano tutta la cattiveria delle sorelle di Cenerentola.
E in questa favola(ccia) che flirta col romanzo d'amore, si accompagna con losche figure maschili e ritratta la sua insolenza con mille piccoli 'passetti' indietro - è più perturbante "Lady Oscar" - il vero coup de théâtre è Benjamin Lavernhe, flemmatico valletto del re. La naturale eleganza, l'allure impeccabile e la solidità tecnica dell'attore producono una forma di vertigine che ridimensiona il delirio egocentrico dell'autrice e 'costruisce' un personaggio (La Borde) che vorremmo rivedere al cinema. "Favorito" al primo sguardo.
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