Sceneggiatura: Alex Hellstenius
Fotografia: Svein Krovel
Montaggio: Inge-Lise Langfeldt
Musica: Lars Lillo-Stenberg
Soggetto: Ingvar Ambjornsen
Interpreti
· Per Christian Ellefsen
· Sven Nordin
· Marit Pia Jacobsen
· Jorgen Langhelle
Produzione: Maipo Film
Distribuzione: IIF
Durata: 89'
Origine: Norvegia, 2001
Candidato al premio Oscar 2002 quale miglior film straniero.
Elling e Kjell sono due degenti di una clinica psichiatrica. Dopo due anni di ricovero, il Governo Norvegese fornisce loro un appartamento nel centro di Oslo al fine di aiutarli a reinserirsi (già solo questa evenienza sarebbe sufficiente per qualificare Elling come un film di fantascienza qui in Italia…).
Unica condizione che i due devono osservare è quella di imparare a prendersi cura di sé stessi. E non è certamente una cosa semplice quando l'ansia e i capogiri ti assalgono anche solo per il pensiero di dover uscire di casa per andare a fare la spesa, quando servirsi di un bagno pubblico equivale a recarsi su un patibolo.
Questo piccolo film norvegese racconta proprio di questo, delle ansie e delle difficoltà di due picchiatelli sul confine tra diversità e presunta normalità. La storia, essenzialmente, è imperniata sulla figura di Elling - minuto e magrolino, metodico come solo i malati sanno esserlo, mostra di avere una certa cura della propria persona, appassionato di poesia e adoratore della propria madre, vedova, di cui era unico figlio - e Kjiell, - grande come un orso, sempre arruffato, dalla fame insaziabile, poco curato nell'aspetto e alla disperata ricerca di una donna con cui consumare il suo primo rapporto. A metà tra La Strana Coppia e Qualcuno volò sul nido del cuculo, ma più vicino al primo per la comica strampalatezza di alcune situazioni, Elling , che tra l'altro vanta una nomination all'Oscar 2002 quale miglior film straniero, si sviluppa sul tronco del monologo interiore del suo personaggio principale. E' sul tratteggio di Elling che il film si gioca tutte le sue possibilità di riuscita. Soprattutto, la sua chance di risultare originale.
Infatti, il rischio del film è quello di ricadere in situazioni e tematiche già viste e già affrontate. Rischio parzialmente evitato proprio grazie al delicato bozzetto del personaggio di Elling, interpretato ottimamente dall'attore norvegese Per Christian Ellefsen, che ci restituisce una figura ricca di sfumature e di grondante umanità. Elling essenzialmente è un'idealista. Fonda la propria esistenza su un rigoroso codice morale, da i cui precetti non vorrebbe distaccarsi mai. E quando è costretto a farlo esterna civilmente il suo dissenso, foss'anche il suo interlocutore l'assistente sociale dal quale è seguito e che in qualche maniera è padrone del suo destino.
Questo suo idealismo estremo è forse alla base della propria leggiadra follia, ma su questo il film non si addentra rimanendo, saggiamente, in superficie e preferendo, il regista Petter Naess, navigare tra i più tranquilli flutti della commedia intelligente la cui grana essenziale è rappresentata soprattutto dal vigore e dalla sagacia delle relazioni tra i personaggi e dallo sviluppo coerente e sorprendente dell'azione. Naess usa la macchina con discrezione, senza fronzoli stilistici che possano oscurare la valenza dei protagonisti. Sembra quasi cercare una scarna metodologia narrativa proprio per dar maggior risalto ai personaggi della storia che racconta, che oltre i due amici annovera altre figure sapientemente modellate. Ed in questo ha pienamente ragione sia per lo spessore della cifra delle figure create da Ingvar Ambjornsen - il film è tratto da un suo romanzo di successo - sia per la bravura di tutti gli attori con cui lavora. Il finale è simpaticamente emblematico: i due picchiatelli che temevano anche solo di dover rispondere al telefono che squillava nella loro casa diventano gli ingranaggi necessari e fondamentali per smuovere gli incagliati meccanismi di altre esistenze 'normali' ma arrugginiti ed inceppati da tempo.
(Daniele Belmonte)