Regia: Caterina Carone. Sceneggiatura: Anna Pavignano , Caterina Carone. Fotografia: Daniele Ciprì. Musiche: Nicola Piovani. Montaggio: Enrica Gatto. Scenografia: Giuliano Pannuti. Costumi: Stefania Vigna. Interpreti: Christian De Sica, Teresa Saponangelo, Francesco Bruni(I) Luca Lionello, Max Malatesta, Agnese Nano Sergio Basile. Produttori: Massimo Di Rocco, Marta Leone. Distribuzione : Europictures. Origine: Italia, 2023.
Pietro Lorenzi è un professore di lettere in pensione e dopo il divorzio dalla moglie vive da solo in un bell'appartamento romano con un terrazzo che accudisce con cura, dedicandosi alle sue piante. Sta scrivendo un libro su "quattro donne di talento che nella vita sono state sottovalutate" - Zelda Fitzgerald, Hedy Lamarr, Alice Guy, Tina Modotti e Hilma at Klint - ma fa piccoli errori di ortografia, e quando fa ricerca in biblioteca si smarrisce fra gli scaffali. Nell'appartamento di fronte a quello di Pietro si trasferisce una coppia più giovane: Luca, fotografo d'arte contemporanea, ed Eleonora, che ha studiato pittura e disegno all'Accademia ma ad un certo punto ha smesso di creare, "perché non era abbastanza brava". Luca ed Eleonora custodiscono un dolore segreto e non riescono a parlarsi più: lei pensa che lui la dia per scontata, lui la vede sempre "incazzata col mondo". Quando Luca parte per preparare una personale a New York, Eleonora e Pietro cominciano a frequentarsi, fra terrazzi e orti botanici, il bar sotto casa e un ristorante d'atmosfera. In un universo artistico più scontato I limoni d'inverno sarebbe la storia di una trasgressione amorosa: ma nella visione delicata e quasi evanescente della regista Caterina Carone, autrice della sceneggiatura insieme ai due autori del soggetto, Remo Tebaldi e Mario Luridiana (cui è dedicato il film nei titoli di coda), e ad Anna Favignano e Alessio Galbiati, è invece una storia di resistenza umana e di solidarietà fra spiriti affini.
Anche la fotografia di Daniele Ciprì e le musiche di Nicola Piovani si mettono a servizio di questa visione che racconta un presente sfuggente proprio perché a tutti i personaggi la vita, e la memoria, stanno scivolando via di mano. La sceneggiatura intesse con calma i rapporti fra anime disorientate che piano piano si affiatano, in cerca di una felicità elusiva, soprattutto per chi si concentra solo sui propri errori e non sulla possibilità di essere felici.
Pietro è un uomo che ama le donne e vuole ascoltare la loro voce, quella che per secoli hanno coltivato "di nascosto, per necessità": e dunque è attento anche ai silenzi di Eleonora, che ha bisogno di ritrovare la sua capacità espressiva attraverso l'arte. Una capacità che letteralmente rifiorirà in una bellissima illustrazione (nella realtà creata da Gabriella Giandelli) e beneficerà della cura che Pietro riserva alle creature vive.
Ma anche gli altri personaggi maschili- il cameriere Nicola che vorrebbe prendere il diploma, il fratello di Pietro, Domenico, che "ha passato la vita alle poste anche se avrebbe voluto viaggiare, e ora che è in pensione restaura una barca che è un relitto", e anche Luca, che per tutta la vita ha subito il giudizio degli altri - sono capaci di vedere e di imparare a comprendere.
Teresa Saponangelo presta la sua dolcezza e la sua insopprimibile vitalità a Eleonora, che anche quando è buia porta con sé il ricordo della luce. E per la seconda volta dopo il suo film di esordio, Fraulein, anche quello una fiaba d'inverno, Caterina Carone fa vibrare in Christian De Sica una corda inedita, in questo caso un'empatia istintiva verso la natura e il mondo femminile che curiosamente si addicono al suo chassis, questa volta corrispondente alla sua età anagrafica. E il passo lento e gentile della regia di Carone li accarezza entrambi.
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