Regia: Yorgos Lanthimos. Sceneggiatura: Efthymis Filippou, Yorgos Lanthimos. Fotografia: Robbie Ryan. Montaggio: Yorgos Mavropsaridis. Musiche: Jerskin Fendrix.
Scenografia: Amy Beth Silver. Costumi: Jennifer Johnson.
Interpreti: Emma Stone, Jesse Plemons, Willem Dafoe, Margaret Qualley, Hong Chau, Joe Alwyn, Mamoudou Athie, Hunter Schafer, Elton LeBlanc, Cynthia LeBlanc, Merah Benoit, Susan Elle.
Produttori: Katie Goodson, DanTram Nguyen. Distribuzione: Walt Disney. Origine: Gran Bretagna, 2024.
Vietato minori di 14 anni
Tre episodi, legati tra loro dal cast (ma con personaggi differenti) e da situazioni ricorrenti. Nel primo episodio un impiegato viene incaricato dal suo capo di uccidere un uomo: fallisce nel tentativo ed è costretto ad adottare stratagemmi sempre più assurdi per riparare il danno. Nel secondo un poliziotto è convinto che la moglie, scomparsa per mesi e poi ritornata dopo un viaggio, sia stata sostituita da una sosia. Nel terzo due adepti di una setta sono alla ricerca di una donna che ha il potere di restituire la vita ai morti.
A breve distanza dal suo maggiore successo, Povere creature, Yorgos Lanthimos si dedica a un progetto che ricorda più gli inizi della sua carriera. Dichiaratamente e volutamente meno conciliante rispetto alle aspettative del pubblico, Kinds of Kindness, assembla tre mediometraggi che portano la durata complessiva del film ben oltre le due ore.
Ad accomunare le storie è il tema della gentilezza, il ribaltamento crudele della parabola del buon samaritano, in una discesa verso l'abiezione e il sovvertimento dell'ordine costituito che include cannibalismo, sessualità promiscua e omicidi efferati. Il tutto condotto con uno stile glaciale, da regista-demiurgo che si diverte, forse con la complicità del suo pubblico, a mostrare cavie da laboratorio umane nel pieno del loro disagio. Complice il ritorno alla sceneggiatura di Efthimis Filippou, Lanthimos abbandona i grandangoli di La favorita e Povere creature per tornare allo stile distaccato e marziale dei primi film, laboratori di osservazione sui limiti etici violati da una specie umana fragile e disperata. A sorprendere rispetto al passato è soprattutto il flirt con il triviale e la mescolanza tra alto e basso, che sembra voler suscitare reazioni scomposte nello spettatore, attraverso risate catartiche e liberatorie.
Lo stupore passa attraverso il fatto di épater les bourgeois con scene a effetto e uso di star del cinema come Emma Stone, sottoposte a situazioni di crescente inquietudine. Come recita Sweet Dreams degli Eurythmics sui titoli di testa, chiave interpretativa del film, a volte i sogni possono realizzarsi, chi siamo noi per disapprovarli? Il cast, notevolissimo, asseconda fedelmente lo spirito del regista greco, con Jesse Plemons protagonista taciturno e asettico, interprete ideale delle contorsioni mentali della sceneggiatura. Come quasi sempre in Lanthimos la questione soggettiva, legata al gusto e alle inclinazioni dello spettatore, può variare di molto il gradimento generale. L'eccesso di compiacimento e la sostanziale esilità di argomenti nuovi lo rendono un affare per pochi.
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