Regia e Sceneggiatura: Julien Hervè. Fotografia: Jérôme Alméras. Montaggio: Stephan Couturier. Musiche: Matei Bratescot. Costumi: Emmanuelle Youchnovski. Interpreti: Christian Clavier, Didier Bourdon, Sylvie Testud, Marianne Denicourt, Julien Pestel, Chloé Coulloud, Sophie Froissard. Produttori: Philippe Mechelen, Rémi Jimenez. Distribuzione: Europictures. Origine: Francia, 2024.
Sul punto di sposarsi, Alice e François decidono di riunire le loro due famiglie. Per l'occasione, riservano ai loro genitori un regalo originale: un test del Dna affinché ognuno possa scoprire le origini dei suoi antenati. Ma la sorpresa si trasformerà in un boomerang quando i risultati, per la grande famiglia aristocratica dei Bouvier-Sauvage e per quella dei più modesti Martin, saranno a dir poco inaspettati. Classica commedia degli equivoci che ha il suo punto di forza nella interpretazione/contrapposizione di due popolari interpreti della commedia francese, Didier Bourdon e Christian Clavier. Campione di incassi in Francia, Matrimonio a sorpresa è la tipica commedia nazionale che riesce a intercettare, nel proprio paese di origine, il grande pubblico proprio perché gioca sugli stereotipi peculiari di ogni nazione ed è già pronta per essere adattata in chissà quanti remake. Perché l'idea di base, forte, di scrittura c'è.
Julien Hervé, è esemplare nel costruire un'agevole commedia tutta giocata sulla scrittura più leggera e frizzante e sul lavoro degli attori.
Il meccanismo comico è ben oliato nella prima parte della storia quando il lento affacciarsi dell'idea centrale del film, quella degli esami del Dna dei futuri sposini da presentare ai loro parenti, dà modo ai due capofamiglia di giocare e di studiarsi a vicenda, ed è un piacere anche per lo spettatore. Certo, questo elemento focalizzante, con due interpreti di quel peso, genera anche un deficit di attenzione sul resto della compagine attoriale a partire proprio da una scrittura che li mette tutti troppo in secondo piano.
C'è però anche un problema 'teorico', comune a questo tipo di film che, apparentemente, ad esempio, fanno ironia sui nazionalismi esasperati per denunciarli (d'altronde il titolo originale è Cocorico, parola onomatopeica del verso del gallo - chicchirichì - e dunque simbolo dello sciovinismo francese), anche se poi alla fine la sensazione è di un utilizzo superficiale degli stereotipi patriottici che non sono mai veramente ironici nel senso etimologico del termine che prevede un'interrogazione dello spettatore e quindi magari anche una sua partecipazione intellettuale.
A questo riguardo non aiuta la seconda parte della sceneggiatura che gira attorno al plot twist principale raggiungendo anche un certo grado di meschinità per non affondare mai nella materia viva di un certo razzismo serpeggiante che potrebbe disturbare un po' di più gli spettatori. Ma è anche vero che a questo genere di commedia si chiede solo di trascorrere un'ora e mezza senza pensieri e, in effetti, a Matrimonio a sorpresa questo riesce perfettamente bene.
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