Regia e Sceneggiatura: Viggo Mortensen. Fotografia: Marcel Zyskind. Montaggio: Peder Pedersen. Scenografia: Carol Spier. Musiche: Viggo Mortensen. Costumi: Anne Dixon. Interpreti: Vicky Krieps, Viggo Mortensen, Solly McLeod, Garret Dillahunt, W. Earl Brown, Danny Huston, Shane Graham. Produttori: Viggo Mortensen, Regina Solórzano . Distribuzione: Movies Inspired. Origine: U.S.A., 2023.
Vivienne Le Coudy sta morendo ma la sua vita non è passata invano. Fedele a sè stessa e pugnace come la Pulzella d'Orléans, di cui le raccontava la madre da bambina, è figlia orgogliosa di emigrati francesi in Canada, dove cresce indipendente. Traslocata in America, rifiuta fieramente un matrimonio borghese e vende gentilmente fiori ai passanti. Uno su tutti si presenta e la innamora con la sua dolcezza e la sua integrità morale. Holger Olsen, cowboy danese, ha combattuto dodici anni nel suo Paese e adesso sente l'obbligo di impegnarsi a servirne un altro. Volontario nordista, pianta il seme di una casa con Vivienne e poi parte per la sua battaglia. Indietro resta una donna e i predatori che popolano terre ancora selvagge. Abusata dal figlio fuori controllo del boss locale, protetto da un sindaco corrotto, resta in attesa di un figlio e del suo grande amore, che tornerà per vivere con lei l'ultimo bagliore di felicità. La prima inquadratura di The Dead Don't Hurt - I morti non soffrono destabilizza. Un cavaliere medievale avanza nella foresta al ritmo di un respiro, pesante come un rantolo. Ma è un attimo, il sogno di una donna che sta morendo. Poi il film diventa quello che promette, un western classico. Come Clint Eastwood in Gli spietati, il cowboy di Viggo Mortensen ha perso la moglie e le sta scavando la fossa sotto lo sguardo del figlio. Si tratta per l'attore, alla sua seconda regia, di inscrivere il suo film nella tradizione, a cui aggiunge un approccio contemporaneo.
Il punto di vista sulla conquista del West è femminile, una donna québécoise si stabilisce in Nevada nel 1860 e combatte la sua guerra mentre il suo uomo è al fronte a combattere quella assurda degli uomini. Dopo aver giocato il maschio alfa e tossico nei film di Cronenberg (A History of violence, La promessa dell'assassino), Viggo Mortensen si impegna in un processo di riflessione e di decostruzione del suo doppio fallocratico. Almeno nei film che sceglie di dirigere. Dopo aver interpretato un figlio gay e straordinariamente indulgente col padre tirannico sull'orlo della demenza senile (Falling - Storia di un padre), sceglie un'eroina alle prese con la vigliaccheria maschile in tutte le sue espressioni, che si tratti del marito assente o dei predatori che si aggirano come avvoltoi intorno alla vergine vestale.
La resilienza di Vivienne è in definitiva l'unico soggetto di questo western dichiaratamente femminista e volontariamente anacronistico, che ficca le considerazioni sociali più contemporanee nel genere più tradizionale del cinema americano. Interpretata con vigore e grazia da Vicky Krieps, ancora una volta nel 'costume' di una donna anticonformista, la protagonista fa quello che le donne sanno fare meglio quando gli uomini vanno in guerra: lavorare duro, stringere i denti, restare degna e morire come una santa, lasciando la vendetta al vedovo di turno e di ritorno dal fronte.
Krieps, Penelope ai tempi dei pionieri, è una silhouette irradiante al centro di un film desueto, che vorrebbe riattivare una certa idea di grande cinema hollywoodiano, all'incrocio tra impegno e romanticismo, tra il neoclassicismo di Eastwood (Gli spietati) e il mountain man di Sydney Pollack (Corvo rosso non avrai il mio scalpo!). Viggo Mortensen fa meglio della prima volta scegliendo per sé il ruolo del prode cavaliere, un cowboy straight e lontano dalle variazioni western-sperimentali del compare Lisandro Alonso (Jauja, Eureka).
Carpentiere erudito, si innamora di una donna emancipata e scommette sullo scoppio di risa di Vicky Krieps, una risata dirompente come una cascata, in cui trova la ragione d'essere del suo western. Anche per lei è deciso a combattere i farabutti che governano il fottuto West degli Stati Uniti.
Uomo orchestra - Mortensen è attore, sceneggiatore, regista e compositore -, l'attore rivisita i codici del genere, li declina al femminile e li arricchisce di suggestioni originali (i riferimenti ai cavalieri del romanzo arturiano, la cultura francese dell'eroina...), muovendosi tra passato e presente e interessandosi al destino di una donna che coltiva giardini, mette fiori nelle pistole e recide le ingiunzioni patriarcali, cattivi archetipali interpretati da apprezzabili veterani (Garret Dillahunt o Danny Huston).
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