Regia e Sceneggiatura: Matthew J. Saville. Fotografia: Martyn Williams. Montaggio: Peter Roberts.
Musiche: Mark Perkins,. Scenografia: MatthewJ. Saville. Costumi: Jaindra Watson. Interpreti Charlotte Rampling, George Ferrier, Marton Csokas, Edith Poor, Cameron Carter-Chan, Carlos Muller, Tane Rolfe. Produttori: Andrew Mackie, Angela Littlejohn. Distribuzione: Trent Film. Origine: Nuova Zelanda, 2021.
Nuova Zelanda, anni '90. Sam, un diciassettenne che vive in collegio, torna a casa nel weekend per conoscere la nonna Ruth, ammalata e con una gamba rotta, fatta venire dal padre fin dall'Inghilterra. Incapace di accettare la morte della madre e furente con il padre, Sam è per di più costretto a occuparsi di Ruth - ex fotografa arrogante, intransigente e alcolizzata - quando il padre è costretto per affari a fare ritorno in Europa. Tra nonna e nipote il rapporto non sarà facile, ma anche grazie alla mediazione dell'infermiera Sarah i due troveranno un terreno d'incontro proprio nei reciproci caratteri scontrosi, affrontando con coraggio gli ultimi giorni di vita della donna. L'attore sudafricano (cresciuto in Nuova Zelanda) Matthew J Saville esordisce nella regia con un dramma familiare dai sentimenti soffocati, ma non per questo meno emozionanti. Merito della tenuta emotiva del film - o meglio del suo tono monocorde eppure capace di trovare accenti originali nel raccontare il legame fra una nonna e un nipote - è soprattutto Charlotte Rampling, all'epoca delle riprese (il film è del 2021) settantacinquenne ma con ancora la stessa intensità, la stessa bellezza che si scorgono nelle fotografie da giovane usate per illustrare il passato di Ruth.
L'attrice inglese recita da ferma, costretta dal ruolo su una sedia a rotelle e dal mestiere al solito campionario di occhiate fulminanti, parole secche, espressioni quasi impercettibili: nonostante la prevedibilità della situazione e del film stesso, il suo personaggio - tipica figura di donna burbera e capricciosa che alla famiglia ha sempre preferito l'avventura, il piacere, l'alcol - finisce per essere autentico e dare al racconto uno sbocco melodrammatico non artificioso.
Grazie al confronto della Rampling con il giovane interprete del nipote Sam, l'esordiente George Ferrier, Juniper crea un dialogo il più delle volte muto fra due personaggi divisi dall'età ma uniti da un'identica energia rabbiosa. Il difficile rapporto fra Ruth e Sam, che segue la classica parabola del conflitto poco alla volta trasformato in affetto, più che a un passaggio di testimone fa pensare a un sacrificio: amante delle albe come dice lei stessa, Ruth è costretta ad affrontare il tramonto della sua esistenza, eppure proprio la sua fine finalmente circondata d'affetto serve a salvare Sam dai suoi pensieri suicidi.Anche autore della sceneggiatura, Saville non intende raccontare una storia d'amore: quando la rigidissima Ruth trova il modo di dire al nipote «Ti voglio bene», lui le risponde «Vorrei che non fosse così». Eppure non c'è rabbia nelle parole del ragazzo, solo la constatazione che la vita non è per forza di cose fatta di redenzione, confessioni e riconciliazioni. Ruth del resto accetta di confessarsi con un prete anglicano solo per far piacere a Sarah, il figlio confessa alla madre il suo amore a lungo taciuto solo di fronte al suo cadavere.
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