Jason Bourne è tornato, ed è agguerrito più che mai, dopo il grande successo di "The Bourne Identity" - la frenetica ed avvincente spy story che aveva per protagonista un grandioso Matt Damon nei panni dell'agente C.I.A. colpito da amnesia - arriva nelle sale "The Bourne Supremacy". L'interessante sequel - a differenza del primo che era diretto da Doug Liman (qui produttore esecutivo) - è stavolta diretto niente meno che da Paul Greengrass, il pluripremiato regista di "Bloody Sunday". Un cambio davvero radicale per lui, sia di genere che di stile.
Sono passati due anni dalla conclusione dell'operazione top secret denominata Treadstone che aveva sconvolto e cambiato per sempre la vita di Jason Bourne, costringendolo ad una continua fuga; le acque ora sembrano più calme e la sua vita con Marie, la donna che l'ha aiutato a fuggire dal suo passato, trascorre tranquilla in India lontano da occhi indiscreti. Jason però non sembra aver ancora recuperato la memoria, e ad angosciarlo ci sono ancora i confusi ed indecifrabili flash che ogni notte tormentano il suo sonno. Contemporaneamente, dall'altra parte del mondo, qualcuno sta per far tornare Bourne in vetta all'elenco degli uomini più ricercati usando il suo nome per compiere due omicidi strategici atti ad insabbiare i preziosi fascicoli che rivelano i nomi dei veri sabotatori di Treadstone. E' giunto il momento per Jason di tornare sui suoi passi, di scoprire chi lo ha incastrato e di ritrovare il bandolo dell'intricatissima matassa che sembra averlo ormai irrimediabilmente intrappolato.
Non c'è alcun dubbio, il personaggio di Jason Bourne - nato dalla penna di Robert Ludlum e splendidamente adattato per il grande schermo da Tony Gilroy - ha portato una ventata di novità nell'ambiente parecchio scolorito degli agenti segreti cinematografici. La figura agile e l'inesauribile energia di Matt Damon hanno contribuito a rendere avvincente la sua storia, che appare molto diversa da tutto quello che il cinema ci ha offerto finora a proposito di spie e di servizi segreti. E' innovativo perché non permette discorsi inutili sull'attualità politica e storica; è una storia fascinosa; ha un bel ritmo, fatto di cambi febbrili di inquadratura, di inseguimenti spettacolari ma non eccessivi; gli effetti speciali nelle colluttazioni sono di ottima fattura, come anche i dialoghi efficaci che non degenerano mai nel superfluo o nello scontato. Il personaggio è intrigante ma allo stesso tempo amabile; nonostante la sua natura di uomo spietato e a tutti i costi diretto al suo bersaglio, Bourne ha soprattutto un lato umano, che lo trasforma in un uomo pentito, abituato al pericolo ma anche stanco di fuggire da qualcosa che non riesce a ricordare.
Questo, insieme alla sapiente regia di Greengrass - il cui stile è identico a quello con cui Liman aveva brillantemente aperto le danze raccontando la storia di un uomo e della sua identità perduta - basta a rendere "The Bourne Supremacy" avvincente ed anche spettacolare. Molto più una caccia all'uomo rispetto al primo film, più inseguimenti e meno sofisticatezze nell'intrigo. Insomma, c'è quel briciolo di prevedibilità in più che è poi è la peculiarità di ogni sequel, se non altro per la mancanza di quella piacevole sensazione di incoscienza che solo un film di cui non si sa assolutamente nulla può regalare. E' un film d'azione molto serio, che essenzialmente segue la traccia del primo ma che può anche essere visto e goduto a prescindere, senza mai far perdere il filo della storia e senza mai lasciare fuori del contesto lo spettatore ignaro che si reca in sala senza conoscere alcunché del misterioso Jason Bourne.
Il cast è composto da attori nettamente sopra la media, la fotografia è molto fredda e aiuta a rendere il tutto molto 'tedesco' e piuttosto rigoroso, ed in ultima battuta vogliamo sottolineare la colonna sonora curata da Moby, che completa il tutto a mo' di ciliegina sulla torta.
Consigliato a chi ama le storie di spionaggio ed in generale le operazioni cinematografiche ben riuscite e senza sbavature.
Musiche: John Powell. Costumi: Dinah Collin. Montaggio: Christopher Rouse e Richard Pearson. Scenografie: Dominic Watkins. Fotografia: Oliver Wood. Sceneggiatura: Tony Gilroy. Interpreti: Matt Damon, Franka Potente, Joan Allen. Produttori: Patrick Crowley, Frank Marshall, Paul Sandberg. Distribuzione: UIP. Origine: U.S.A., 2004.