Difficile farsi sorprendere, da un film su cui si è detto e si è scritto tutto. Eppure la visione in anteprima di Episodio III - La vendetta dei Sith, terzo e ultimo capitolo della trilogia-prequel targata Star Wars, riserva comunque molte emozioni: l'atmosfera cupissima che lo pervade, il destino che incombe sui personaggi, la conversione dell'eroe al lato oscuro della Forza vanno assaporate sul grande schermo, per poter essere colte fino in fondo. E con una novità, rispetto alle previsioni: malgrado i tanti massacri a cui assistiamo, il tasso di violenza visiva è assai meno forte del previsto.
L'inizio. Il film comincia, come da copione, con la scritta diventata ormai un marchio di fabbrica: "Tanto tempo fa, in una galassia lontana, lontana...". Poi arrivano le prime sequenze di battaglia, che vedono protagonisti Anakin Skywalker (Hayden Christensen) e il suo maestro Obi-Wan Kenobi (Ewan McGregor).
La fine. L'esito della storia è noto, visto che è l'antecedente del primo film della prima trilogia. E comunque le sequenze con cui termina la pellicola non vanno rivelate, per non togliere il piacere agli spettatori. Una cosa, però, si può dire: dopo tanto orrore, torna anche un po' di speranza.
I personaggi. Christensen è il protagonista assoluto, seguito da McGregor. Ma rispetto ai precedenti due episodi-prequel c'è molto più spazio per Palpatine e per il maestro Windu (Samuel L. Jackson). Molto presente l'eroe forse più amato, il mitico Yoda, come già in Episodio II. Un po' in ombra l'esilarante robot protocollare C3Po, mentre il piccolo R2D2 ha notevole spazio.
I ritorni. Il più gradito dai fan della prima trilogia è senza dubbio quello di Chewbacca, il cui destino qui si incrocia con quello di Yoda. E poi naturalmente quello dei gemelli Luke e Leila Skywalker, che vediamo appena nati. Ma l'emozione più grande, per gli appassionati dell'universo Star Wars, è quella di rivedere il cupissimo e inquietante costume (con relativa maschera) di Darth Vader (ancora tradotto inspiegabilemente, in italiano, come Lord Fener): tutto il film ruota attorno al momento in cui Anakin è costretto a indossarlo.
La politica. Le anticipazioni avevano ragione: è un tema dominante in Episodio III, ancora di più che in Episodio II. Con riferimenti espliciti all'inutilità della guerra, e alla necessità di difendere la democrazia: a un certo punto la moglie di Anakin, Padme (Natalie Portman), vedendo i senatori concedere poteri dittatoriali al cancelliere, commenta con amarezza: "La libertà muore sempre tra applausi scroscianti".
Le riprese. Sono cominciate alle 8,07 del 30 giugno 2003 ai Fox Studios australiani di Sidney. E sono terminate oltre un anno dopo, con una scena in cui Christensen corre forsennatamente su una piattaforma: quando George Lucas ha detto con tranquillità "stop, ci siamo", è stato l'ultimo fotogramma girato per un film della serie Star Wars. Forse non a caso, la sequenza è stata realizzata al teatro 8 degli Elstree Studios, lo stesso dove nel 1976 fu battuto il primo ciak di Guerre stellari - Una nuova speranza.
Gli effetti speciali. Il film contiene oltre 2.200 effetti visivi: molti di più, tanto per fare un paragone, di quelli della trilogia Il signore degli anelli. Molti sono invisibili al pubblico, e sono stati creati, ad esempio, per dare credibilità gli otto pianeti che compaiono sul grande schermo.
Le musiche. Lucas ha dichiarato spesso che costituiscono il 50 per cento dell'esperienza cinematografica. Anche questa volta, il contributo di John Williams si rivela fondamentale, e anche diverso da quello dei precedenti Episodi. Con molti elementi di raccordo, invece, rispetto al film del 1977.
La violenza. E' l'elemento centrale di Episodio III, quello che lo rende diverso dagli altri cinque film. Perché la conversione di Anakin al lato oscuro non lo porta solo all'omicidio e al tradimento, ma - come scopriranno gli spettatori - anche a un'operazione che può essere definita di pulizia etnica, con tanto di strage degli innocenti. Ma questo non deve ingannare: rispetto ai canoni post-tarantiniani su cui il cinema dei nostri giorni è tarato, la violenza mostrata qui, sul piano visivo, è cosa da poco.
Scenografie: Gavin Bocquet. Costumi: Michael Mooney. Fotografia: David Tattersall. Montaggio: Nikki Gooley. Interpreti: Ewan McGregor, Natalie Portman, Christopher Lee, Hayden Christensen, Frank Oz, Samuel L. Jackson, Ian McDiarmid, Jimmy Smits, Anthony Daniels, Kenny Baker. Produttore: Rick McCallum. Distribuzione: Th20 Century Fox. Origine: U.S.A., 2005.