Alessandro Ferdi e Toni vivono nei caseggiati alle porte dei una decadente cittą post industriale. Le loro non sono vite facili e ogni giorno devono affrontare problemi e situazioni che la maggior parte dei loro coetanei ignora. Alessandro vive a casa con la mamma. Lei č affettuosa e premurosa, ma affetta da esaurimento nervoso per cui vive in un mondo tutto suo, credendo che il figlio abbia cinque anni e cantando all'infinito una canzone legata ai suoi bei momenti di gioventł. Ferdi invece vive con il padre, un ex operaio di fabbrica ora ammalato di cancro e alcoolizzato. Di Toni non si sa molto, se non che la sua situazione č molto simile a quella dei suoi amici, e che per questo non vede l'ora di andare via. A scuola ci vanno solo per scaldare il banco, coi compagni "borghesi" e "fighetti" legano poco. Passano le giornate a fare bagni nel fiume, bere vino e andare in giro con lo sgangherato motorino di Ferdi. Sono alla continua ricerca di un posto che possa essere solo il loro, e che gli consenta di allontanarsi, anche solo per un attimo, dallo schifo in cui vivono.
Dopo I nostri anni Gaglianone ritorna al tema dei ricordi e della nostalgia, ma questa volta l'angolazione che sceglie č decisamente diversa. Ad essere rievocati non sono pił i ricordi di due vecchi partigiani consumati dal dolore, ma quelli di un adolescente ferito, di un ragazzo che si sente solo e braccato, di un giovane che non trova la soluzione ad un problema troppo grande da gestire. La cittą che fa da contesto alla storia sembra restare impassibile e indifferente alla sorte dei ragazzi. Non riesce ad offrire alternative nč a loro nč alle loro famiglie. La ribellione, la rabbia e la frustrazione esplodono con una forza sconvolgente e devastante e sarą solo spaccando il muro che circonda le loro vite (anche se ognuno di loro lo farą in modo diverso) che i tre ragazzi riusciranno ad uscire da una situazione di empasse. E la visione di un lago tranquillo circondato da candide montagne, forse, potrą donare la serenitą e chissą, dare a tutti la possibilitą di riavvicinarsi a quelle "cose perdute per sempre" cui il regista dedica il film.
Sceneggiatura: Giaime Alone, Daniele Gaglianone, Alessandro Scippa. Liberamente tratto dal romanzo Nemmeno il destino di Gianfranco Bettin. Scenografia: Valentina Ferrosi. Costumi: Marina Roberti. Montaggio: Luca Gasparini. Musiche: Giuseppe Napoli. Fotografia: Gherardo Gossi. Interpreti: Mauro Cordella, Fabrizio Nicastro, Lalli, Gino Lana, Giuseppe Sanna e Stefano Cassetti. Produttori: Domenico Procacci, Gianluca Arcopinto e Pierpaolo Trezzini. Distribuzione: Fandango. Origine: Italia, 2003.