Com'è l'Italia? chiede il bambino del Kossovo ancora infreddolito dalla traversata notturna. Lo chiede a Saimir che, a sedici anni, aiuta il padre a trasportare col furgone i clandestini appena sbarcati.
Dall'Albania centrale al litorale romano, anche Saimir e suo padre Edmond hanno fatto quel viaggio e ora vivono consegnando i nuovi arrivati a piccole aziende agricole, dove li aspetta un lavoro nero tra pomodori da raccogliere e cassette da caricare.
Edmond vuole rifarsi una vita usando mezzi illegali, Saimir tenta inutilmente di inserirsi tra i coetanei italiani e di conquistare la ragazza di cui è innamorato ma che è intimorita da lui. Gli unici ad accoglierlo sono alcuni ragazzi rom che lo coinvolgono in piccoli reati sempre più gravi. Tra padre e figlio un rapporto difficile, in cui un forte legame si scontra con bisogni sempre più contrastanti. Fino al giorno in cui Saimir non scopre che Edmond è implicato nell'avviamento alla prostituzione di una ragazzina.
Primo lungometraggio del trentaseienne Francesco Munzi, “Saimir” ha ottenuto la Menzione speciale all'ultima Mostra del cinema di Venezia, portando sullo schermo questa piccola grande storia di immigrazione che ha conquistato la critica.
Una storia di immigrazione che è anche un tuffo nella rabbia di un adolescente messo di fronte a uno spietato bivio senza ritorno. In concorso all'ultima Berlinale nella sezione 'Kinderfilmfest', “Saimir” è anche la prima volta davanti alla cinepresa del giovane Michel Manoku, sedicenne albanese scoperto da Munzi sulla strada che da Tirana conduce all'aeroporto durante un viaggio di ricerca per il film. "Contromano, con una moto che faceva andare su una ruota sola, un ragazzino tra i quindici e i sedici anni si ferma davanti al nostro parabrezza. Era spaventato... ma lo nascondeva bene. ...Non ci credevo, ma avevo trovato Saimir."
Un film nato anche per tentare di capire fino a che punto siamo condizionati dal nostro ambiente e quanto la forza di un individuo possa prevalere su ciò che sembra già segnato. "Il destino", come dice con indolenza e rassegnazione Edmond.
A bordo del suo motorino, Saimir ci porta tra case abusive, accampamenti rom e le dune di Ostia. Cercando di trovare finalmente anche per sé una nuova risposta alla domanda del bambino.
. Sceneggiatura: Francesco Munzi , Serena Brugnolo, Dino Gentili. Scenografia: Valentina Scalia. Costumi: Loredana Buscami. Musica: Giuliano Taviani. Fotografia: Vladan Radovic. Montaggio: Roberto Missiroli. Interpreti: Mishel Manoku, Xhevdet Feri, Lavinia Guglielman, Anna Ferruzzo. Produttori: Cristiano Bortone, Daniele Mazzocca e Gialuca Arcopinto. Distribuzione: Istituto Luce. Origine: Italia, 2004.