IL PIANETA DEL TESORO
di Ron Clements e John Musker
Musiche di James Newton Howard
Montaggio Michael Kelly
Un galeone nello spazio, un surf fatto tra le stelle, una ciurma di mostri mutanti. Tratto da "L'isola del tesoro", il primo romanzo di Robert Luis Stevenson pubblicato nel 1883, Il pianeta del tesoro ambienta il classico della letteratura per ragazzi in un futuro fantascientifico dove gli arredi sono quelli del 18° secolo (ancora, il futuro si attarda nell'archiviazione del passato).
La storia è nota: il quindicenne Jim Hawkins aiuta la madre nella gestione di una piccola locanda sul pianeta di Montressor. Quando una navicella spaziale precipita vicino alla locanda la sua vita viene stravolta: il pilota sopravvissuto all'impatto consegna a Jim la mappa che segnala la località dove è nascosto il tesoro del leggendario Capitan Flint. Assetato di avventura, il ragazzo si unisce all'equipaggio di un galeone che sta per salpare nello spazio: a bordo viene affidato al cuoco, un cyborg di nome John Silver di cui Jim diventa lentamente amico. Un'amicizia che si interrompe quando Silver viene scoperto a organizzare l'ammutinamento per impadronirsi di tutto il tesoro.
La regia dell'ultimo pacco dono natalizio targato Disney è firmata dal duo di sceneggiatori creatori de La sirenetta, Aladin e Hercules e rappresenta quella parte di produzione che attinge al serbatoio di miti, leggende e racconti di tradizione popolare. Forse condizionato dalle origini letterarie, forse per le sue ambizioni di 'classico', il film si sviluppa nel classico percorso di formazione e si allontana da film di più libero respiro come Lilo & Stitch o Monster & Co., che davvero raccontavano della tenerezza dei mostri.
Se il protagonista è una figura incolore e convenzionale, tutto il fascino del film si deve al 'cattivo' Silver il cyborg, corpo ricostruito in gran parte con protesi meccaniche, versione aggiornata di Capitan Uncino. Se la parte umana è stata disegnata manualmente dal disegnatore Glen Keane, la parte meccanica del personaggio (un braccio, una gamba e un occhio di luce rossastra) è stata invece animata da Eric Daniels, un pioniere degli effetti computerizzati. Mai nella storia del cartone animato Disney è apparsa una figura che nella sua genesi mostra in maniera così netta il connubio di tecnologia digitale e vecchio disegno artigiano. La grande potenza del personaggio di Silver fa rivivere nel disegno il 'Terminator' Cameroniano, e la figura del cyborg, fino ad oggi appannaggio della fantascienza live, fa il suo ingresso nell'universo Disney.
Miscela di animazione manuale e computerizzata, tra Guerre Stellari, Man in Black e Matrix, ne Il pianeta del tesoro confluiscono le suggestioni del cinema fantascientifico degli ultimi anni: il film ripercorre le tappe con cui il cinema ha immaginato un alter ego tecnologico. Così abbiamo l'archeologia robotica del ferrovecchio B.E.N, e la creazione di Morph, sorta di palla di gomma che riesce a riprodurre tutte le forme: animaletto malleabile, in cui non avere una forma e poterne avere tutte, esplicita la natura del pixel e l'ideologia digitale.
Usando massicciamente set virtuali e fondali dipinti con il computer, Il pianeta del tesoro mette in scena un universo cangiante, una parata di vecchio e di nuovo, catalogo di forme che sfumano l'una nell'altra (la vulgata è arrivata al capolinea; parco giochi cronemberghiano ad uso infantile). La dinamica di paura e desiderio, sospetto e fiducia che si instaura tra Jim e il pirata si può leggere come la difficoltà dei vecchi modi di produzione dell'immagine ad arrendersi completamente all'arrembaggio tecnologico.
Silvia Colombo