In Scozia, Danny è cresciuto, sin da piccolo, come una sorta di moderno schiavo. Conosce da sempre solo l'odio e la violenza e l'unica lezione che gli è stata impartita è come farsi valere e come combattere. E' sempre solo e non avendo mai avuto delle persone vicino, pronte ad occuparsi di lui, non è in grado di avere delle relazioni sociali soddisfacenti e ha le capacità intellettive e la personalità di un bambino. Bart, il suo padrone, lo ha accolto e addestrato con un unico scopo: quello di farne una micidiale macchina di morte nei pericolosi e sanguinosi incontri di lotta clandestina che si svolgono nella periferia della città. Danny diventa in breve tempo il campione indiscusso del circuito illegale e procura molti soldi al suo padrone nel giro delle scommesse clandestine. Un giorno però, in seguito a un incidente, Bart entra in coma e Danny si trova improvvisamente libero, ma solo e sperduto in un mondo che non conosce e che non sa come affrontare. L'incontro con Sam, un pianista cieco braccato da dei gangster che vogliono ucciderlo per impedirgli di fare importanti rivelazioni gli cambierà la vita...
Il simbolo del tao rappresenta l'eterna compresenza degli opposti l'uno nell'altro, il cui eterno combattersi e rincorrersi è di per sé l'essenza del tutto. In questa pellicola dell'esordiente ma di sicuro talento Louis Leterrier troviamo proprio una precisa corrispondenza tra fotografia (complimenti a Pierre Morel, tra l'altro regista del celeberrimo "Banlieu 13"), musica, ritmo e atmosfere nelle due realtà del protagonista Danny: la vera sfida del film è di tenerle insieme non giustapponendole moralisticamente, ma - letteralmente - fondendole come in un simbolo del tao, che immaginato in movimento sfuma i due estremi (sicché Danny non cambia perché diventa non violento, ma più semplicemente impara a gestire responsabilmente il suo talento e la sua aggressività). Tocca a noi poi decidere, peraltro senza sforzo, quale delle due "vite" del protagonista sia migliore. Danny (dal punto di vista del quale la storia del film viene narrata) si trasforma talmente che non riesce neppure a paragonarle.
Una sfida, dicevamo, che a mio parere Leterrier e Besson hanno sostanzialmente vinto proprio grazie all'idea di base e alla cura dei particolari: dosaggio attento delle due atmosfere nella narrazione e nelle ambientazioni ma soprattutto le splendide - e realistiche - coreografie marziali di Yuen Wo Ping ("Matrix", "Kill Bill", ma tanti altri nel cinema cinese, molti con lo stesso Jet Li). Notevole la prova di attore di Li, finalmente non solo come marzialista: d'altronde è qui circondato da ottimi attori (Morgan Freeman, Bob Hoskins).
Il film non è incentrato sulle arti marziali o comunque puramente d'azione: questa è una storia di "ricerca di sé" e come tale comprende elementi tra i più vari. Se gustato con attenzione non mancherà di rimanere impresso nella mente dello spettatore.
Gianluca Cerza
Titolo originale: Unleashed. Sceneggiatura: Luc Besson. Scenografie: Jacques Bufnoir. Fotografia : Pierre Morel. Montaggio: Nicolas Trembasiewicz. Musiche: Massive Attack. Costumi: Olivier Beriot. Interpreti: Morgan Freeman, Jet Li, Bob Hoskins, Kerry Condon, Michael Jenn, Vincent Regan. Produttore: Steve Chasman. Distribuzione: O1 Distribution. Origine: Francia, 2005.