L''ultimo lavoro di Istvàn Szabò è ambientato nel 1938 in una Londra insolitamente spensierata nonostante in Europa la guerra sia ormai prossima. Julia Lambert (Annette Bening) è una seducente attrice all''apice della propria carriera, sposata con un impresario di successo (Jeremy Irons). Ma Julia è oppressa dall''inquietudine di non riuscire a trovare il proprio posto nella vita e sul palcoscenico.
La diva Julia è una riflessione sul ruolo della finzione, sia nel teatro che nella realtà e sulla capacità dell''attore di gestire entrambi i mondi. Non a caso Szabò fa affidamento su un cast di estrazione prevalentemente teatrale, dagli stessi Bening e Irons sino a Juliet Stevenson (Evie), che anche se in questo film interpreta il ruolo di una pessima attrice, in realtà ha vinto un prestigioso Lawrence Olivier Award per "La morte e la fanciulla". Di particolare rilievo è inoltre l''interpretazione dell''apprezzatissimo Michael Gambon nella parte di Langton, mentore "immaginario" di Julia. Naturalmente la risposta su quale sia la vera realtà, se quella teatrale o quella dei civili, (come vengono definiti da Langton), viene lasciata allo spettatore, nonostante si possa intuire una propensione per quest''ultima.
Ma La diva Julia, è molto più di questo; mescola abilmente diversi generi, dal melodramma alla commedia brillante, e se anche vi sono dei momenti più riflessivi in cui il ritmo sembra rallentare, non sono che dei preludi a battute e situazioni semplicemente fulminanti. L''intrigo amoroso ha inoltre un ruolo fondamentale nell''economia del film (tratto da un racconto di Somerset Maugham), ed è una sorta di filo conduttore nella ricerca della finzione nella realtà e della realtà nella finzione. Ma forse l''ingrediente principale è proprio la stessa Julia, donna artefice del proprio destino e, cosa non meno importante in un film sul teatro, del proprio copione. In fondo come dice proprio lei lamentando la monotonia delle parti offerte ad attrici meno giovani: "Al diavolo i drammaturghi! Non sanno scrivere per le donne. Sono tutti uomini, questo è il problema!".
Mauro Corso
Sceneggiatura: Ronald Harwood ispirato al romanzo di W. Somerset Maugham. Scenografia: Luciana Arrighi. Montaggio: Susan Shipton. Fotografia: Lajos Voltai. Musiche: Mychael Danna. Interpreti: Annette Bening, Jeremy Irons, Bruce Greenwood, Miriam Margolyes, Juliet Stevenson. Produttore: Robert Lantos. Distribuzione: Mikado. Origine: Gran Bretagna, 2004.
Golden Globe 2005 ad Annette Bening come migliore attrice protagonista.
La voce di Annette Bening è di Mariangela Melato.