Sceneggiatura: Giulio Cingoli, Dario Fo, Lorenza Cingoli, Luca Raffaelli
Musiche: Fabrizio Baldoni, Gino De Stefani, Paolo Re
Montaggio: Darko Debelic
Voce di Johan Padan: Fiorello
Dopo Bozzetto, Manuli e D'Alò, il lungometraggio d'animazione italiano batte un altro colpo. Merito di Giulio Cingoli, che tuttavia non è certo l'ultimo arrivato: ha cominciato a far andare la matita negli anni '50, ha realizzato innumerevoli corti, sigle, pubblicità e programmi televisivi, è stato, col suo Studio Orti, un punto di riferimento dell'avanguardia cinematografica milanese e un consigliere e protettore di generazioni di giovani cineasti, ma è stato anche amico e collaboratore di Zavattini, Fellini e Ferreri. E, soprattutto, di Dario Fo, che qualche anno fa gli ha regalato l'idea e il personaggio di Johan Padan a la descoverta de le Americhe, proveniente da un suo testo teatrale del 1991.
Johan Padan è un ragazzo biondo nato in un paesino della Bergamasca poi messo a ferro e fuoco dai Lanzichenecchi, è un folletto salterello certamente imparentato con Arlecchino e Brighella. E' stato sparring partner per le esercitazioni degli alabardieri imperiali, sa fare il calafato, il cerusico, il fabbricante di fuochi artificiali ma è anche un disertore, un clandestino, un amico degli eretici. Lo ritroviamo a Venezia, in dolce compagnia di una streghina un po' sirena e molto sexy, ad ammirare un balletto di pesci della laguna. Poi, lui che viene da Bergamo e non ama certo navigare, si trova imbarcato su una nave diretta a Siviglia e di lì, come guardiano dei maiali di bordo, su una caravella che gli farà addirittura attraversare l'Oceano e arrivare in Florida.
Scaraventato in terra americana da un naufragio assieme al cuoco Trentatrippe, Johan Padan, a differenza dei "padan" di oggi, diventa amico degli indios, impara la loro lingua, gli insegna ad andare a cavallo e a fare le pernacchie, li istruisce nella strategia militare, li salva dai conquistadores spagnoli e, a modo suo, gli racconta le storie della Bibbia, da Adamo ed Eva a Gesù, che di soprannome faceva Cristo. In cambio impara a mangiare il coccodrillo allo spiedo, ottiene l'amore della bella indiana Auté e l'ammirazione di tutta la tribù che lo proclama suo sciamano e figlio della luna. Resterà sempre con loro, rifiutando di tornare in Europa: nell'ultima scena Johan Padan, ormai anziano e con i capelli bianchi, ha il volto insieme saggio e malizioso di Dario Fo.
di Alberto Farassino