Benigni è chiamato ad una prova importante. E per farlo ha trascorso tre anni a preparare la nuova avventura. Tre anni in cui non ha neppure mancato di far sentire la sua ironia sulla politica: "La sola cosa legale che oggi abbiamo in Italia è l'ora", ha detto due anni fa parlando alla potente fondazione degli italo-americani Niaf. O le parole che ha detto agli esercenti cinematografici presentando il nuovo lavoro: "Questo è un film che fa innamorare. Se lo vede Calderoli, va a finire che bisogna castrarlo quando esce dal cinema".
Per tornare al cinema dopo tre anni Benigni ha scelto qualcosa che richiama il suo più grande successo, "La vita è bella". Là c'era un ebreo deportato dai tedeschi in un campo di concentramento, qui c'è un poeta che arriva in Iraq: entrambi hanno l'obiettivo di cercare di amare la vita nelle circostanze più difficili. Interpretato dallo stesso Benigni, nel ruolo del poeta Attilio De Giovanni, da Nicoletta Braschi e Jean Reno, il film presenta un Benigni alle prese anche con due figlie adolescenti, alle quali insegna la bellezza della poesia. Una lunga storia d'amore con Vittoria (Nicoletta Braschi) porta il poeta in Iraq. Ma l'amore del protagonista per Vittoria non è corrisposto e Attilio, persona esuberante, stravagante e sorprendente e che non conosce una parola di arabo, farà di tutto e si metterà nelle situazioni più comiche pur di conquistare la donna, anche se i risultati non saranno quelli sperati.
"E' proprio in momenti terribili come quelli che si vivono in Iraq che la parte più profonda di noi viene toccata - ha spiegato Benigni all'inizio delle riprese - I riferimenti alla guerra nel film sono precisissimi. Sono due anni che penso a questa storia che comincia nel marzo 2003, proprio quando scoppia questa guerra insensata. Perché, sia chiaro, nessun massacro serve a prevenire altri massacri. Un concetto semplice ma di difficile applicazione perché, purtroppo, la cosa che più piace agli uomini sembra essere la guerra". De Giovanni si trova in Iraq per puro caso: è un vero poeta, uno che riesce a far nascere la vita da qualsiasi sasso. Nella sua avventura Attilio viene accompagnato da due personaggi: Fuad, il più grande poeta arabo vivente, interpretato da Jean Reno, e Vittoria. Nel cast c'è Tom Waits, anche autore di una canzone scritta appositamente per la pellicola e compagno di avventure di Benigni sul set di "Daunbailò" di Jim Jarmusch. Nel film ci sono anche Eugenio Montale, Giuseppe Ungaretti, Marguerite Yourcenar, Jorge Luis Borges: alcuni tra i letterati più importanti del Novecento sono presenti in immagini di repertorio, come "comparse eccellenti". Non ci sono i nomi dei potenti della terra, ma ci sono richiami precisi perché è un film sul presente.
"Ho calibrato i rischi di raccontare una storia di questo genere, in cui non c'è distacco visto che parlo del presente - ha spiegato Benigni - Ma non è un tema che ho scelto in modo cinico. La guerra, purtroppo, è entrata a far parte dei nostri sogni, ha sconvolto i nostri tempi. E quando avviene una cosa così forte bisogna mettercela tutta per affrontarla.
Soggetto e sceneggiatura: Roberto Benigni, Vincenzo Cerami. Scenografie: Maurizio Sabatini. Costumi: Louise Stjernsward. Montaggio: Massimo Fiocchi. Fotografia: Fabio Cianchetti. Musiche: Nicola Piovani. La canzone originale “You Can Never Hold Back Spring” è di Tom Waits e Kathleen Brennan. Interpreti: Roberto Benigni, Nicoletta Braschi, Jean Reno e Tom Waits. Produttore: Nicoletta Braschi. Distribuzione:O1 Distribution. Origine: Italia, 2005.