Premiato a Cannes 2005 per la miglior regia, Niente da nascondere è contemporaneamente un thriller e una riflessione sul potere dell’immagine. Non a caso il protagonista, Georges, conduce un programma in tv. Un giorno cominciano ad arrivargli misteriose cassette: qualcuno spia la sua vita e gliela manda in video, circondata da un crescente alone di minaccia. Conducendo un’indagine in proprio, l’uomo scopre che l’anonimo persecutore è a conoscenza di un episodio poco edificante della sua infanzia, da lui stesso rimosso. A Michael Haneke, però, lo scioglimento del mistero importa assai meno di altre domande: chi guarda chi? c’è differenza tra osservare e essere osservati? Che non si tratti di un giallo, del resto, lo dimostra la noncuranza per il luogo in cui sono piazzate le telecamere-spia, che nella realtà sarebbe facilissimo individuare. Con sadica intelligenza, il regista mischia di continuo i piani di realtà e rappresentazione; stai assistendo a una scena “dal vero” e all’improvviso le immagini accelerano: era una cassetta. Più dialogato di suoi altri film, questo è anche un apologo sul potere della parola. Dove ogni parola ha un suo peso specifico e dove il detto e il non detto scava un solco sempre più profondo tra Georges e sua moglie Anne. Il momento più bello è un dialogo tra il protagonista e la madre; non manca una scena-shock nel più puro stile Haneke, mentre l’epilogo resta aperto, lasciando a ogni spettatore la possibilità — e la responsabilità—di trarre le proprie conclusioni.
Titolo Originale: Caché. Sceneggiatura: Michael Haneke. Scenografia: Emmanuelle De Chauvigny, Christoph Kanter. Costumi: Lisy Christl. Fotografia: Christian Berger. Montaggio: Michael Hudecek, Nadine Muse. Interpreti: Daniel Auteuil, Juliette Binoche, Maurice Benichou, Annie Girardot, Bernard Le Coq, Walid Afkir, Lster Makedonski, Daniel Duval. Produttore: Veit Heiduschka. Distribuzione: Bim. Origine: Francia/Austria/Germania/Italia, 2005.