Sceneggiatura: Liliana Cavani e Charles McKeown
Fotografia: Alfio Contini
Musiche: Ennio Morricone
Scenografia: Francesco Frigeri
Costumi: Fotini Dimou
Montaggio: John Harris
Interpreti: John Malkovich, Dougray Scott, Chiara Caselli, Ray Winstone e Lena Headey
Italia-Gran Bretagna, 2001, 110'
"Ripley's Game", presentato fuori concorso alla 59^
Mostra del Cinema di Venezia, è il quarto adattamento
cinematografico della serie ideata da Patricia
Highsmith. Il primo romanzo, Il talento di Mister Ripley è
stato adattato due volte, prima nel 1961 da Renè
Clement, " Delitto in pieno sole" e poi nel 1999 da
Anthony Minghella con Matt Damon come protagonista,
conservando il titolo originale. Ripley's game, invece, fu
oggetto di un famoso film, "L'amico americano"
realizzato da Wim Wenders nel 1978.
Diciamo subito che l'ultimo lavoro della Cavani è un bel
film, poderoso nell' impianto narrativo solidamente
ancorato al soggetto da cui è tratto. Questo, grazie
anche alla scelta ricaduta su John Malkovich quale
interprete del ruolo di Tom Ripley.
Lo sfuggente e misterioso Ripley sembra tagliato
apposta pensando alle doti di Malkovich. L'attore
americano ne sublima le peculiari particolarità.
Ripley è un dandy, raffinato, innamorato di sé stesso e
degli oggetti di cui ama circondarsi. La peggiore offesa
che gli si possa rivolgere è di accusarlo di avere poco
gusto. Ed è proprio a causa di un'accusa di tal guisa,
mossagli da Jonathan Trevanny (Dougray Scott,
"Enigma") che Ripley decide, mossa sublime, non di
vendicarsi ma, anzi, di aiutarlo a risolvere un problema
piu' grande di lui per dimostrargli le sue raffinate ed
efficaci possibilità.
Jonathan è un corniciaio inglese che lavora a Vicenza,
la città nei pressi della quale Ripley abita in una villa
circondata da un parco. Afflitto dalla leucemia, viene
convinto da Reeves (Ray Winstone, "Zona di guerra") ,
un ex socio di Ripley, ad eseguire un omicidio per suo
conto. Jonathan dapprima esita, poi, spinto dal bisogno,
esegue il contratto. Ma la situazione precipita e sarà
necessario l'intervento dell'ineffabile Tom e del suo
talento per risolvere la situazione.
Felice la mano della Cavani che muove i personaggi e
lega gli eventi così come Ripley domina e governa le
persone che gli ruotano attorno.
Con consumato mestiere, la regista italiana enfatizza le
potenzialità dei personaggi con i quali lavora. In
quest'ottica è un piacere ascoltare i gustosi scambi di
battute tra Ripley e Reeves o assistere all'innata
eleganza del primo che doma la rozza goffaggine del
secondo.
Si può andare in sollucchero nel vedere Ripley che,
mentre brucia cadaveri, ordina 60 peonie cinesi - rosse
per carità - per la moglie (Chiara Caselli) che quella sera
stessa terrà un concerto di clavicembalo al Teatro
Olimpico del Palladio.
Con una direzione sempre attenta e pulita, la Cavani
procede nella narrazione riuscendo a donare al film
quella misura di necessaria tensione che colma le
aspettative anche di un pubblico che al lato estetico
dell'opera predilige l'azione e il thrilling.
La prova di Malkovic è maiuscola, in alcuni momenti ci
ha ricordato il Valmont de "Le relazioni pericolose".
Anche gli altri interpreti , in particolare Winstone,
eseguono il loro compito con bravura.
Ci domandiamo se questa sarà l'ultima versione
cinematografica dei romanzi di Mr. Ripley. A giudicare
dalla complessità del personaggio e dalle sue mille vite,
siamo convinti di no.
E questo ci fa piacere.
(DAS)