Dopo il sublime "The City of God", ci si aspettava molto dal regista Brasiliano Fernando Meirelles, e vedere "The Costant Gardener" soddisfa ogni aspettativa. Il film è allo stesso tempo una storia d'amore, un thriller politico e un dramma riflessivo, ma nonostante tutto i confini tra generi sono impercettibili, mescolati in modo omogeneo da una fotografia superlativa.
Tessa è un'attivista politica che vive in Africa con suo marito Justin Quayle, membro dell'Alto Commissariato Britannico in Kenya. Un giorno Tessa viene trovata morta uccisa e il suo accompagnatore è sparito. Si pensa ad un omicidio passionale, e Justin è intenzionato a scoprire la verità. Ciò che colpisce guardando il film è l'uso della videocamera a mano, che si muove velocemente, insiste sui primi piani, torna indietro, rallenta, dando un ritmo veloce a tutto il film e puntando il suo interesse sulle emozioni, sui sentimenti.
La fotografia, diretta magistralmente da César Charlone, sottolinea le differenze culturali tra l'Africa, soleggiata e piena di colore, e l'Inghilterra fredda e triste avvolta nel suo grigiore.
Poi c'è il bianco, che fa da sfondo alla nascita del legame tra i due protagonisti, come se volesse evidenziare il controllo della storia d'amore tra Tessa e Justin su tutto il film. Stupiscono e affascinano i suoni, ma soprattutto i mille colori che Meirelles riesce catturare in Africa, che sottolineano la dissonanza stridente di un popolo maltrattato dalla civilizzata Europa, eppur cosi allegro, solare e pieno di vita. E in effetti questo è il duro contrasto che si avverte visitando il Continente Nero, così meraviglioso nei luoghi, nella natura nella gente e nella cultura, tanto da generare una sindrome malinconica in chiunque l'abbia visto e non riesca a tornarvi.
Eppure al di là dei colori dell'Africa c'è l'ipersfruttamento occidentale, una speculazione talmente spinta al limite dell'etica, che getta in miseria la popolazione, che muore di fame, e a causa di malattie terribili, ma spesso curabili. È il caso degli investimenti delle case farmaceutiche per la ricerca sui medicinali, dell'utilizzo della popolazione indigena come cavie per la sperimentazione dei farmaci, e soprattutto l'esagerato costo delle medicine che le rende inaccessibili alla quasi totalità della gente, aggravando le epidemie di HIV, tubercolosi e malaria, che uccidono milioni di persone ogni giorno. Ed è proprio per scoprire fino a che punto le case farmaceutiche e il governo britannico sono implicate in questo sporco giro che Tessa compie delle indagini che probabilmente l'hanno portata alla morte.
Ma l'asse portante del film non è né il thriller, ne il dramma politico, ma l'amore tra i due protagonisti, Tessa e Justin, due persone così opposte, con atteggiamenti così diversi nei confronti della vita, ma con un legame così forte. Inizialmente Justin rimane quasi impassibile di fronte all'entusiasmo di sua moglie, freddo e austero come quell'Inghilterra che lui rappresenta, la cui unica passione è il giardinaggio. Quando però Tessa muore, quando si insinua che lei l'abbia tradito e che sia stato il suo amante a ucciderla, Justin decide di scoprire la verità, e mentre indaga ripercorrendo la vita di sua moglie, svela il mistero più grande: il suo amore, la sua passione, il suo entusiasmo per lei.
Ralph Fiennes ricopre bene il ruolo del giardiniere tenace, affascinato solo dalle sue piante, cinico e distaccato dal mondo, e solo passando attraverso il dolore più grande, riscopre l'entusiasmo e il motivo del suo amore per Tessa, impulsiva, passionale, interpretata da una bellissima Rachel Weisz.
Tratto dal best-seller “Il giardiniere tenace” di John Le Carrè (Arnoldo Mondadori Editore). Sceneggiatura: Jeffrey Caine. Scenografia: Mark Tildesley. Musiche: Alberto Iglesias. Costumi: Odile Dicks Mireaus. Montaggio: Claire Simson. Fotografia: Cesar Charlone. Interpreti: Ralph Fiennes, Rachel Weisz, Danny Huston, Bill Nighy, Pete Postlethwaite. Produttore: Simon Channing Williams. Distribuzione: BIM. Origine: U.K., 2006.--Golden Globe 2006 a Rachel Weisz come migliore attrice non protagonista.
Nomination Oscar 2006: Miglio attrice non protagonista (Rachel Weisz), Miglior sceneggiatura non originale, Miglior montaggio, Miglior colonna sonora.