Più l’epilogo è tragico e più probabilità ci sono che una semplice storia d’amore e tradimento si trasformi in un’avventura di passioni dai contorni epici. E così ancor prima degli amanti di Verona, l’altrettanto sfortunata vicenda sentimentale di Tristano e Isotta ha raggiunto l’immortalità del mito e quindi l’universale celebrità.
Celebrità reiterata poi da ampia letteratura e altrettanto cospicua cinematografia che nel tempo hanno regalato momenti di non trascurabile distensione.
Se poi l’adattamento del mito viene da parte di un regista che, pur con un esordio come Fandango, ha più volte preferito il genere del melodramma storico, come fu con Montecristo o Rapa Nui, allora ci sono buone possibilità che il film possa se non realistico quantomeno credibile. E Reynolds infatti riesce in qualche modo a contenere l’effetto hollywoodiano che una storia simile porta in sé.
Se da una parte sistema gli eroi di quest’epoca celtica in scomode e modeste capanne di paglia, o in palazzi di pietra che mai nascondono i disagi, dall’altra li sceglie belli e affascinanti seppur vulnerabili. Tristano, bello e aitante è un uomo di carne ed ossa e soffre nel corpo come nell’animo. Certo non manca di coraggio, e riesce a rimettersi in piedi nonostante le ferite, solo per dar man forte al suo re. E così anche l’amatissima Isotta, incosciente ragazzina dai capelli biondi che se inizialmente decide di sottostare alle regole del suo rango, finisce poi per mandare tutto all’aria trascinando nel gorgo della passione l'amante, fino a quel momento fidato e devoto cavaliere del suo re.
La macchina da presa diretta da Reynolds si muove tra fango e tetti di paglia, uomini d’arme e popolo minuto, per determinare meglio un’epoca ancora priva di romanticismo, dedicando poi ai due amanti tutta la magia e il sentimentalismo necessario a mitizzare l’amore impossibile. I due fedifraghi si ritrovano così in notti tiepide al riparo d’un tempietto senza epoca, circondati da una vegetazione brillante quanto lussureggiante, per dei momenti d’amore senza tempo, né stagione.
(Valeria Chiari)
Titolo originale: Tristan & Isolde. Sceneggiatura: Dean Georgaris. Scenografia: Mark Geraghty. Musiche: Anne Dudley. Costumi: Maurizio Millenotti. Fotografia: Arthur Reinhart. Interpreti: James Franco, Sophia Myles, Rufus Sewell, David O’Hara, Henry Cavill, Jamie King. Produttori: Lisa Ellzey, Giannina Facio, Elie Samaha. Distribuzione: 20th Century Fox. Origine: Germania, UK, Czech, 2005.