Il nome di Avati ci rimanda ad un regista estremamente noto al pubblico italiano per le sue opere di alto pregio cinematografico. Degna di seguirne le ombre si annuncia all'orizzonte la figlia Mariantonia, quarantenne, con la pellicola "Per non dimenticarti", riconosciuta di interesse culturale nazionale dal Ministero per i beni e le attività culturali. Dopo una gavetta che l'ha vista impegnata in svariate produzioni cinematografiche e televisive, straniere ed estere, come aiuto regista e segretaria di edizione, nonché autrice di programmi televisivi, documentaristici e fiction, la figlia d'arte approda sul grande schermo con una intensa storia drammatica e toccante.
L'ambientazione è quella della Roma del 1947 e il luogo in cui si svolgono i fatti narrati è quasi totalmente il reparto di maternità di un ospedale. La guerra è da poco conclusa e il paese porta ancora con se le dure ferite dei bombardamenti. Le povertà materiali e le atrocità del conflitto sono ancora davanti agli occhi di tutti; ma soprattutto sono ancora ben impresse nel cuore delle nove donne protagoniste, ognuna delle quali ha la sua storia, il suo vissuto e i suoi desideri di rinascita personale e familiare.
Scopo del film, infatti, non è tanto quello di raccontare nove storie di vita differenti, quanto il far rivivere lo spirito di un'epoca che riteniamo straordinaria e che guardiamo con occhio nostalgico. La fiducia e la speranza di uomini e donne che hanno vissuto quei momenti. Il coraggio e la volontà di rialzarsi e camminare. Il desiderio di dare alla luce nuove creature, in un presente difficile, per offrire loro un futuro totalmente diverso dal loro passato.
Questo è "Per non dimenticarti": una storia di donne e di maternità, di vita e di amori, di gioie e di dolorosi sacrifici. Esemplare la scelta registica di ambientare simbolicamente il tutto in un ospedale, in mezzo a nove donne pronte a partorire. Da un lato la volontà di dare un contribuito alla rinascita della nazione; ma dall'altro lato anche la maternità come un rischio molto elevato e una responsabilità troppo grande da affrontare.
Un cast di alto profilo artistico tra cui Anita Caprioli, nel ruolo di Nina, la protagonista principale, senza voler dimenticare talenti come Ettore Bassi, Manuela Morabito ed altri ancora. Una squadra di bravi interpreti per una pellicola nostalgica, istruttiva e che ci insegna a guardare sempre in avanti.
Soggetto e sceneggiatura: Tommaso Avati. Fotografia: Cesare Bastelli. Costumi: Bettina Bimbi. Fotografia: Biagio Ferini. Montaggio: Carlo Fontana. Musiche: Stefano Araldi. Interpreti: Anita Caprioli, Ettore Bassi, Enrica Maria Modugno, Francesca Antonelli, Emanuela Grimalda, Magdalena Grochowska, Chiara Sani, Valeria Morosini, Alessandra Costanzo, Monica Cervini, Lea Gramsdorff, Manuela Morabito, Lillo Petrolo, Alessandro Di Carlo, Luca Bigini, Massimo Sonetti. Produttore: Andrea Scorzoni. Distribuzione: Istituto Luce. Origine: Italia, 2006.