Un grande e poderoso affresco storico sul fallimento degli ideali e delle speranze sorte dalla lotta risorgimentale e, insieme, una spietata analisi privata, centrata sugli intrighi per impossessarsi della ricchezza, che dilaniano un’aristocratica famiglia siciliana. Questo è il romanzo I Vicerè di Federico De Roberto e la doppia anima del libro si ritrova fedelmente anche nel film di Roberto Faenza, che da un lato descrive con precisione il clima politico dell’epoca, mettendolo provocatoriamente in relazione con la realtà dei nostri giorni, dall’altro risulta una grande saga familiare segnata da sentimenti forti e contrastanti. La storia si svolge in un arco di tempo trentennale e prende le mosse a metà dell’Ottocento, quando il regno borbonico delle Due Sicilie inizia a scricchiolare. In primo piano ci sono le lotte intestine che agitano la nobile famiglia Uzeda, un nucleo discendente dai vicerè di Spagna. Alla morte dell’anziana patriarca, il patrimonio famigliare viene diviso tra i figli della defunta: il primogenito Giacomo e il cadetto Raimondo. Ma presto il severo, ottuso e conservatore Giacomo riesce ad impossessarsi anche della parte del fratello, estromettendolo del tutto. Diventato padrone assoluto, Giacomo si trasforma in carnefice degli altri parenti: trascura e tradisce la moglie; spedisce il figlio Consalvo in seminario; impone alla figlia Teresa un matrimonio di interessi. Ma l’arrivo di Garibaldi libera Consalvo dalla sua prigionia e, riassaporando la libertà, il figlio, diventato adulto, inizia ad opporsi ai voleri del padre, diventando l’eroe di una nuova era: quella del regno d’Italia. L’accostamento tra intenti politici e narrazione romanzesca era indubbiamente pericoloso, ma nel film è risolto brillantemente in un grande spettacolo, che a tratti assume toni epici, sostenuto da un’iconografia barocca e grandiosa, sempre molto ricca, ma mai pacchiana, grazie anche alla collaborazione di un team di tecnici di primo ordine, Milena Canonero per i costumi e Francesco Frigeri per le scenografie. Dal punto di vista pittorico si colgono, soprattutto nella prima parte del film, evidenti riferimenti alla lezione dei macchiaioli, mentre per ciò che riguarda i precedenti cinematografici, il ricordo va naturalmente a Il Gattopardo di Luchino Visconti. In ogni caso, un film così imponente e ricco nel panorama della produzione italiana non si ricordava da tempo e, come il romanzo di De Roberto, anche il film di Faenza è popolato da personaggi tragici e negativi. Funzionale alla storia è il cast, dove spiccano le figure di Alessandro Preziosi e Lando Buzzanca, che, a dispetto dei propri trascorsi di attore brillante, mostra un’inedita vena drammatica. Molto preciso e accurato anche il coro dei comprimari, dove, accanto agli attori italiani, si segnalano alcuni validi interpreti spagnoli.
dal romanzo “I Vicerè” di Federico De Roberto. Sceneggiatura: Francesco Bruni, Filippo Gentili, Andrea Porporati e Roberto Faenza. Scenografia: Francesco Frigeri. Costumi: Milena Canonero. Montaggio: Massimo Fiocchi. Fotografia: Maurizio Calvesi. Musica: Paolo Buonvino. Interpreti: Alessandro Preziosi, Lando Buzzanca, Cristiana Capotondi, Guido Caprino, Assumpta Serna, Sebastiano Lo Monaco, Biagio Pelligra, Franco Branciaroli, Lucia Bosè. Produttore: Elda Ferri. Distribuzione: O1 Distribution. Origine: Italia 2007.