Filippo II, re di Spagna e fervente cattolico, è fermamente deciso a detronizzare l'"eretica" Elisabetta I e a incoronare regina d'Inghilterra la cugina Maria Stuarda. Sostenuto dalla Chiesa di Roma e armato di un poderoso esercito il sovrano spagnolo ordisce un complotto ai danni di Elisabetta, che da trent'anni governa gli inglesi con forza e saggezza. Mentre il fondamentalismo cattolico di Filippo e dell'Inquisizione minaccia l'Europa protestante, la presenza a corte di Raleigh, un cittadino senza titolo nobiliare con la vocazione per l'esplorazione e per la navigazione su mari perigliosi, indebolisce le salde certezze della regina. Dimenticando il suo ruolo, Elisabetta si scopre vulnerabile e innamorata. Ma la politica estera la reclama.
La vita di Elisabetta I è un testo largamente frequentato al cinema: ne esistono oltre venti versioni, tra cui quella di Shekhar Kapur, che dieci anni fa con Elizabeth tentò la sfida, vincendola. Nel secondo episodio la sovrana inglese vive una golden age minacciata dalla cospirazione e dal fondamentalismo di Filippo di Spagna. Fedele al suo voto di castità e di fedeltà alla nazione, Elisabetta declina le proposte di matrimonio dei suoi pretendenti e coltiva la disposizione al comando. Intrigata dallo spirito libero, colto e indipendente di Sir Raleigh, la regina cede il passo alla donna e l'interesse per il pirata gentiluomo si libera nella conturbante sequenza della danza di corte, in cui Elisabetta immagina il suo doppio che agisce e sperimenta in sua vece l'amore. Confusa dal sentimento e ingabbiata dal suo ruolo, Elisabetta rinuncia alle proprie aspirazioni amorose e si consacra alla causa protestante, calandosi con rigore e passione nel ruolo della regina che impara i trucchi della politica e sa incantare il popolo, l'esercito e il nemico con indole risoluta e bellezza illibata.
La singolarità del film va ricercata nel linguaggio cinematografico: la costruzione dello spazio e il ruolo del montaggio. Dentro una ricostruzione storica volutamente accademica, secondo i modelli del classico kolossal storico, il regista riesce a fare interagire i volti e i corpi dei tre protagonisti (Elisabetta, Sir Raleigh e il segretario di stato, Francis Walsingham) con le masse civili e con quelle armate. La spettacolarità dell'ambiente cortigiano e la bellezza epica della battaglia navale si alternano a scene liriche e private, che comunicano con efficacia una forte presa emotiva
Elizabeth - The Golden Age è l'occasione per consacrare (e venerare) Cate Blanchett, infinita nella definizione del personaggio storico, indagato nella sua umanità e seguito nella sua straordinaria avventura. Dotata di un'innata fotogenia e di un solenne portamento scenico, l'ultimo sguardo della sua regina è di quelli che non si dimenticano, quasi intuisse oltre lo "schermo" la presenza del suddito-spettatore.
Soggetto: William Nicholson e Michael Hirst. Montaggio: Jill Bilcock, Fotografia: Remi Adefarasin. Scenografie: Guy Hendrix Dyas. Costumi : Alexandra Byrne. Musica: Craig Armstrong e Ar Rahnab. Intepreti: Cate Blanchett, Geoffrey Rush, Clive Owen, Rhis Ifans, Jordi Molla, Abbie Cornish, Samantha Morton. Produttore: Tim Bevan e Eric Fellner. Distribuzione: UIP. Origine: Gran Bretagna, 2007.