A quasi dieci anni dall'uscita di Jurassik Park, un film come Spy Kids 2 mostra come il cinema contemporaneo abbia ormai masticato, digerito e risputato l'idea dell'equivalenza tra mondo e parco a tema. L'ultima creazione di Robert Rodriguez, nel suo essere un enorme ottovolante - vera e propria esposizione fieristica dove si passa da una giostra all'altra - si può leggere come una parodia dell'illustre precedente spielberghiano.
Il film prende avvio all'interno di un parco giochi dove gli Spy Kids Carmen e Juni Cortez sono convocati dai servizi segreti per salvare la figlia del presidente degli Stati Uniti che rischia la vita arrampicata su un mostro meccanico. Ma la missione a cui i due fratelli sono saranno chiamati successivamente sarà molto più pericolosa: dovranno recarsi su un' isola misteriosa e recuperare un marchingegno che ha il potere di disattivare tutta la tecnologia esistente sulla terra: sull'oggetto, naturalmente, hanno messo gli occhi anche i cattivi di turno, che vogliono entrarne in possesso per andare alla conquista del mondo. Ad aiutare i due fratelli nell'impresa arriveranno anche i genitori, gli agenti Gregorio e Ingrid Cortez e i nonni, spie ormai in pensione. Tutta la famiglia si troverà riunita in una grande avventura.
Per girare la seconda parte della saga della famiglia di spie Cortez, Robert Rodriguez è tornato dietro la macchina da presa, e lo ritroviamo anche nelle vesti di sceneggiatore, montatore, produttore, direttore della fotografia e compositore delle musiche. Regista messicano dalle origini indipendenti (suo il piccolo film El Marichi, poi rifatto con i soldi della Columbia e ribattezzato Desperado) Rodriguez assembla un blockbuster a uso e consumo infantile con le modalità del film d'autore: prodotto uscito dalla bottega artigiana della sua "factory", il film è la sintesi di un'estetica della superficie che Rodriguez persegue fin dai suoi esordi.
Demenziale, vorticoso, farcito di invenzioni visive, effetti speciali, creature digitali, gadget avveniristici, il film affastella avventura ad avventura, adegua tempi e ritmi del racconto a un pubblico infantile e corre via veloce, smaliziato, privo di qualunque preoccupazione di verosimiglianza e di decenza (narrativa).
Grande gioco di plastica colorata, meccanismo ludico, scatola magica di meraviglie. Lo scopo è la stupefazione, a qualsiasi modo e a qualsiasi prezzo. In questo senso, il film non crede mai ai sentimenti che mette in scena (la paura, il terrore dell'avventura, la gioia della vittoria o il sollievo per la riconciliazione familiare), non è racconto di formazione, né favola fantascientifica. Strutturato come un incastro di scatole cinesi, apriamo ogni volta un pacco sfavillante per scoprire eccitati una nuova sorpresa, in una caduta, potenzialmente infinita, all'interno di una fantasia sfrenata.
(Silvia Colombo)
Sceneggiatura e fotografia: Robert Rodriguez.
Musiche: John Debney e Robert Rodriguez.
Montaggio: Robert Rodriguez.
Interpreti: Antonio Banderas, Carla Gugino, Alexa Vega, Daryl Sabara, Steve Buscemi, Mike Judge, Danny Trejo.
Stati Uniti, 2002