Come già lo spettacolo di Bob Fosse, che lo mise in scena a Broadway, Chicago comporta una variante vistosissima rispetto ai musical della vecchia Hollywood: le parti musicali sono oniriche, cosicché i personaggi non si mettono a ballare e cantare senza soluzione di continuità con l'azione dialogata. Entrambe omicide, l'aspirante diva Roxie (Zellweger) e Velma, star del vaudeville (Zeta-Jones), s'incontrano in carcere; le parti musicali sono la proiezione fantastica della storia "reale" che le coinvolge.
L'idea è eccellente; nondimeno fa sì che il film (anziché rappresentare l'annunciato revival del genere) rivolti come un calzino la cifra del classico musical, che era proprio la continuità tra le scene dialogate e i vari numeri musicali di Fred Astaire, Cyd Charisse o Gene Kelly. In realtà Chicago è qualcosa di totalmente diverso, e lo è partire dall'ideologia che vi presiede.
Minnelli & Co. ci raccontavano che "non c'è business come lo show-business"; nel cinema rispecchiavano, idealizzandola, la vita (e i sogni) della gente.
All'opposto, il film di Marshall riflette l'artificio e la simulazione: la spettacolarizzazione della realtà, insomma, di cui la falsità dello show-business è il motore immobile. Così, Roxie vive carcere e processo come l'irresistibile ascesa di una star dello spettacolo, con la partecipazione dell'altra vedette femminile e del divo dei tribunali, l'avvocato Flynn (Gere). Claustrofobico nelle parti che riguardano la "realtà", il film è brillante e divertente nelle scene coreografate, che si offrono come altrettanti omaggi al genere e in cui il regista (esperto del palcoscenico, ma al debutto nel cinema) riesce a dare il meglio di sé. Ciò detto, il fondo è pessimista, cupo perfino, come un misical del tempo che fu non si sarebbe neppure sognato.
Sceneggiatura: Bill Condon. Fotografia: Dion Beebe. Musiche: Danny Elfman e John Kander. Scenografia: Andrew M. Stearn. Costumi: Colleen Atwood. Montaggio: Martin Walsh. Interpreti: Catherine Zeta-Jones, Richard Gere, Renée Zellweger, John C. Reilly, Christine Baranski, Queen Latifah, Lucy Liu, Taye Diggs, Colm Feore.
Stati Uniti-Canada, 2002,
Candidato a 13 premi Oscar