Il reporter televisivo Simon e l'operatore Duck hanno lavorato insieme nelle zone di guerra più calde del mondo. Insieme hanno scansato pallottole, trasmesso articoli importanti e vinto premi Emmy. Ma un giorno terribile, in un villaggio bosniaco, tutto cambia: durante una trasmissione in diretta su un canale nazionale, Simon ha un crollo. Da quel momento in poi, Duck continua a fare carriera mentre Simon scompare. Dopo cinque anni, Duck torna a Sarajevo per seguire il quinto anniversario della fine della guerra e ad accompagnarlo c'é Benjamin, producer alle prime armi; quando Simon riappare come un fantasma del passato, convince Duck di essere a conoscenza del nascondiglio della "Volpe" il criminale di guerra più ricercato di Bosnia. Potrebbe essere lo scoop della vita per Simon, Duck e Benjamin, che si avventurano in una missione oscura e pericolosa che li porterà nel cuore del territorio nemico.
Il primo fotogramma del film The Huntinhg Party stride agli occhi dello spettatore ed è quasi agghiacciante: una scena da reportage di guerra con cadaveri e corpi dilaniati accompagnata da una musica di sottofondo da discoteca. Viene quasi da pensare che il regista abbia deciso di fare un film ironico sulla guerra in Bosnia, una commedia nella strage, rischiando di diventare quasi sacrilego. E invece ci troviamo davanti già dopo i primi minuti di pellicola ad un prodotto ben costruito, con una bella storia e con una linea narrativa originale e scorrevole.
L'idea di raccontare i fatti accaduti in Bosnia è venuta ad un giornalista e a suoi quattro colleghi che si sono ritrovati cinque anni dopo la fine del conflitto che ha devastato i Balcani. I reporter hanno realmente vissuto delle vicende anomale, che li hanno portati a riflettere non solo sulla situazione post bellica nel paese, ma anche sul lavoro della comunità internazionale in quei luoghi e sul loro effettivo interesse a ricercare i criminali di guerra.
Il fatto che la storia sia stata scritta da veri giornalisti, ha reso la narrazione semplice e veloce, donandole scorrevolezza e ironia, impensabile quando si raccontano simili vicende, ma sicuramente dovuto all'umorismo assimilato dagli inviati nelle zone calde per riuscire a sopravvivere all'orrore quotidiano. Il regista Richard Shepard, che ne ha anche adattato la sceneggiatura, non ha dovuto far altro che attenersi fedelmente al racconto originale, creando solo pochi elementi narrativi utili alla miglior comprensione del film.
Una delle piccole modifiche apportate sta nella scelta dei protagonisti, che in origine erano cinque giornalisti, quattro dei quali sono presenti nel film come comparse. In The Hunting Party, invece, troviamo Richard Gere, Terrence Howard e Jesse Eisemberg, un terzetto di attori esplosivo, caratterizzato da un'ottima interpretazione e sincronia, così credibili e coinvolgenti da indurre lo spettatore a sentirsi parte del gruppo.
Lungo il percorso ci si accorge anche che quello che si sta guardando non è solo un road movie o un film d'azione sulla storia di tre uomini alla ricerca di un lestofante, ma è anche un film di denuncia, una cronaca della situazione nei paesi di guerra dove le autorità internazionali sono alla ricerca dei criminali da tanti anni, spesso senza successo.
Ciò che ne viene fuori è un prodotto ben confezionato, un originale modo per vedere un film di denuncia accomunandolo al genere d'azione e divertendo lo spettatore, ma lasciando anche spazio a riflessioni più profonde.
Sceneggiatura: Richard Shepard. Costumi: Beatrix Aruna Pasztor. Scenografia: Jan Roelfs. Musica: Rolfe Kent. Montaggio: Carole Kravetz-Aykanian. Fotografia: David Tattersal. Interpeti: Richard Gere, Terrence Howard, Jesse Eisemberg. Produttore: Mark Johnson, Scott Kroopf e Bill Block. Distribuzione: Mikado. Origine: U.S.A., 2007