Quando è l'ora del calcetto tutto si ferma e tutto può essere interrotto per correre in campo: un'importante riunione di lavoro, le pagine pianificate da studiare, la scrivania della redazione, le macchine della fabbrica, la moglie nevrotica e la prole piagnucolosa. Vittorio, cinquantenne resistente all'attacco, Lele, mediano di cuore che vive correndo, Adam, figlio ribelle di Vittorio che vive parando, Piero che pianifica il gioco e l'amore, Filippo che colpisce duro l'uomo e manca la palla, il Venezia che gareggia in riserva, e il Mina, giocatore in pensione col vizio della punizione e del tabacco: sono sette amici in campo e nella vita, dove provano ad applicare gli schemi di gioco e a sostenere i medesimi ruoli, ma dove spesso un imprevisto o un fallo possono cambiare la partita, costringendo gli uomini e i dilettanti del pallone a (ri)giocarla con umiltà e rispetto.
Per Luca Lucini, che lo aveva sperimentato e poi dimostrato nel suo film precedente, L’uomo perfetto non esiste e, per questo, il suo Amore, bugie e calcetto riflette e ragiona sulla magnifica imperfezione degli uomini e, naturalmente, delle donne. Intorno a quella incompiutezza il regista milanese opera una rimessa a fuoco e costruisce un mondo di sentimenti contrastanti da risolvere sul campo. Nella partita fra calcio e cinema (italiano) si sono presentate moltissime occasioni da goal, ispirate da quella potente fabbrica di immagini ed emozioni che è il gioco del pallone, ma nessuno ha mai segnato e forse perché il cinema non è mai sceso in campo correndo e sudando sul cemento, sul sintetico e sui parquet traslucidi dei palazzetti dello sport, come accade nella commedia corale, sentimentale e calcistica di Lucini.
I sette protagonisti maschili scivolano sui campi duri degli oratori, fra tackle, falli di mano, suole di gomma, pali e imprecazioni e poi si ritirano negli spogliatoi sudati ad esibire le pancette o a confessare certi inconfessabili affondi. Sugli spalti, nel fuori campo del rettangolo verde, ci sono le mogli, le compagne e le figlie, quelle che capiscono il fuori gioco, ma non lo vedono mai, quelle lasciate a bordo campo a recriminare o ad esortare.
Amore, bugie e calcetto registra e racconta il calcio dilettantistico anche per parlare d'altro: il calcetto è un elemento del quotidiano (soprattutto) maschile, che ha il sapore dell'amore e dell'amicizia, dello spirito di aggregazione e di squadra, che riflette su più generazioni ed è il contraltare ludico delle vite più o meno risolte e più o meno felici dei personaggi.
Mancava un film sul mondo del calcio giocato dalla gente comune e Lucini lo ha realizzato con una "buona visione del gioco", aiutando le donne a capire perché i loro uomini si divertono così tanto con una palla di cuoio cucita a mano e con una cosa banale e umida come lo spogliatoio. Adesso potranno finalmente influire in maniera positiva sul risultato.
Soggetto: Fabio Bonifacci, Luca Lucini. Sceneggiatura: Fabio Bonifacci. Costumi: Sabina Maglia. Scenografia: Marco Belluzzi. Montaggio: Fabrizio Rossetti. Musica: Giuliano Taviani. Fotografia: Manfredo Archinto. Interpreti: Claudio Bisio, Angela Finocchiaro, Claudia Pandolfi, Filippo Migro, Andrea De Rosa, Chiara Mastalli, Giuseppe Battiston. Produttori: Riccardo Tozzi, Giovanni Stabilini, Marco Chimenz. Distribuzione: Warner Bros. Origine: Italia, 2008.