Qual è l'unico paese al mondo che totalizza più di 11.000 omicidi l'anno e la cui popolazione possiede in tutto più di 250.000 armi da fuoco? E in cui si trova una contea dove, per legge, i cittadini sono obbligati a possedere un'arma?
E' lo stesso nel quale nel 1999, due adolescenti, armati, fecero irruzione nel loro liceo e uccisero 12 persone: fecero stendere sotto i tavoli tutti gli studenti della biblioteca e poi fecero fuoco contro di loro come se fossero dei birilli. Non è una metafora ad effetto o una notazione cinica. I due amavano il bowling, vi erano stati prima della sparatoria e il divertente e raccapricciante documentario che racconta di loro, diretto, e interpretato, da Michael Moore (che già aveva disastrato la superficie del sogno americano con un altro documentario altrettanto divertente e altrettanto terribile, Roger and me ), si chiama proprio Bowling a Columbinee il Festival di Cannes lo ha presentato addirittura in concorso.
Moore, che somiglia ad un ciccione del muto, Fatty Arbuckle, ed ha la sua stessa stazza, ingombrante come quella di un paffuto grizzly, attacca la sua indagine in mdo esemplare. Entra in una banca, la North American Bank per la precisione (sì, quel paese è proprio l'America) e chiede di aprire un conto. In cambio gli regalano un fucile. Un'invenzione? Assolutamente. Niente finzione, solo realtà.
Di chi era la colpa se due teenager del Michigan avevano ucciso in una mattina qualunque una schiera di coetanei? I media non stettero certo zitti. Di Marilyn Manson (che Moore intervista). Della famiglia in crisi. Dei film violenti. Di Dio. Ma, dato che Dio e le famiglie in crisi lavorano anche in paesi come l'Australia, per esempio, che hanno una media di decine di omicidi per armi da fuoco, come è possibile che gli USA detengano un primato così irraggiungibile? E' solo una questione di percentuali demografiche?
Grazie ad un pantagruelico patchwork di materiali di repertorio (demenziali spot delle industrie d'armi) e testimonianze dirette (uno degli uomini incriminati e poi discolpati per la strage di Oklahoma: dorme con una 44 magnum carica sotto al cuscino), interviste a tappeto nella cittadina e allusioni inquietanti (il posto della strage è lo stesso dove si fabbricano i missili destinati a montare testate nucleari: un caso?), cartoon (uno degli autori di "South Park" ha frequentato lo stesso liceo) e immagini di tg, l'autore arriva tra mille digressioni (non poteva mancare Bin Laden) a suggerirci la sua interpretazione. I crimini in America sono diminuiti del 20 per cento, nello stesso periodo le news relative ad aggressioni armate e ad omicidi, sono aumentate nel flusso televisivo del 600 per cento: ne uccide più la paura di Dio o Marilyn Manson messi insieme.
(Mario Sesti)
Sceneggiatura: Michael Moore. Fotografia: Brian Danitz, Michael McDonough. Musiche: Jeff Gibbs. Montaggio: Kurt Engfehr.
Stati Uniti - 2002 -
Vincitore Premio Oscar 2003 "Documentari"