C'è qualcosa nell'aria di impalpabile e indefinito: un respiro e si spegne l'istinto di sopravvivenza dell'uomo. In città, sui marciapiedi, nei parchi e sulle strade la gente si toglie la vita precipitando da un'impalcatura, sparando un colpo di pistola, pugnalandosi con un fermaglio o lanciandosi sotto un'automobile. Elliot Moore, insegnante di scienze in un liceo di Philadelphia, è deciso ad allontanarsi dalla città per trovare rifugio nella campagna della Pennsylvania insieme a una coppia di amici e alla moglie Alma, una giovane donna in piena crisi esistenziale. Ma nessun luogo appare sicuro e i fuggiaschi restano vulnerabili davanti alla minaccia della natura. Com'è iniziato tutto questo e quando finirà?
Come Hitchcock, M. Night Shyamalan si nasconde nei suoi film, come nel cinema di Hitchcock un personaggio normale è alle prese con lo straordinario, anche se per il regista indiano/americano lo straordinario è rappresentato dal soprannaturale e, di volta in volta, i suoi protagonisti si sono scoperti morti, invulnerabili, onnipotenti, fuori tempo e affabulatori.
Di film in film Shyamalan ha tracciato un sentiero personale e inedito con uno stile preciso e qualche ossessione: quella per l'acqua, gli incidenti stradali e le cantine, quella per la colonna sonora, potente (James Newton Howard adoperato come Hitchcock adoperava Bernard Hermann), per la morbosa costruzione della suspence e per l'architettura narrativa, una trappola che scatta alla fine del racconto puntando sulla distrazione dello spettatore.
E venne il giorno è tutto questo e molto altro ancora. È un film misterioso e perturbante, saturo di colori freddi, carico di tensione sonora e atmosfere livide. Dentro un clima diffuso di inquietudine, Shyamalan esaspera quella forma di allarme emotivo che si ritrova in ogni sua opera e che anche questa volta prende corpo nei personaggi, immersi in un rammarico che li ha separati da un affetto assoluto e cruciale. Padrone "favoloso" di atmosfere, attori e tecniche di gestione della tensione, Shyamalan pone l'accento su un individuo, il professore malinconico e devoto interpretato da Mark Wahlberg, che compie un percorso di emancipazione dentro un mondo che diventa improvvisamente estraneo e ostile. Contro l'ipotesi comunitaria il regista delle favole oppone un soggetto mosso dall'impulso di fare corpo a sé. Così il protagonista di E venne il giorno si allontana dalle masse, dal gruppo e dalle persone per costituire con la moglie e la piccola Jess, orfana dei genitori, un'altra embrionale società in cui ritrovare quello che si è perso. Se Lady in the water è un film metalinguistico, sull'arte di raccontare storie e sul bisogno ancestrale di farlo, E venne il giorno è costruito sul modello tradizionale del racconto fantastico ottocentesco. Lo spettatore è tenuto per buona parte del racconto in uno stato di accorta indefinibilità, tutto quello che di anormale e di incomprensibile si verifica nel mondo degli uomini è l’effetto di un causa sovrannaturale, irrazionale e scientificamente inverificabile. Il "meraviglioso" è dato proprio dallo stato di sospensione che quella indefinibilità genera nella narrazione stessa.
E venne il giorno è un film potente, che mette a nudo la solitudine e la paura degli uomini, una distesa di esseri inermi e indifesi in cerca di protezione. Forse è questo il senso del cinema di M. Night Shyamalan, l’uomo delle favole che ha la notte nel nome.
Sceneggiatura: M. Night Shyamalan. Scenografie: Jeannine Claudia Oppewall Shore. Costumi: Betsy Heimann. Musiche: James Newton Howard. Fotografia: Tak Fujimoto Dreville. Montaggio: Conrad Buff. Interpreti: Mark Wahlberg, Zooey Deschanel, John Leguizamo, Ashlyn Sanchez, Spencer Breslin, Tony Devon. Produttore: Barry Mendel, Sam Mercer, M. Night Shyamalan. Distribuzione: 20th Century Fox. Origine: U.S.A., 2008. V.M. 14